Tunisia Opinioni Punti di vista

Dal livello nazionale a quello locale: l’energia pulita come chiave per le sfide economiche, sociali e ambientali in Tunisia

Nagaaoui Amin

La Tunisia è un Paese nordafricano e mediterraneo in via di sviluppo, con una popolazione di poco inferiore ai 12 milioni di abitanti. La sua economia è relativamente diversificata e si fonda sull’agricoltura (in particolare olive e datteri), sul turismo, sull’estrazione mineraria (soprattutto fosfati), oltre che su un solido settore dei servizi e su diverse industrie a basso valore aggiunto, tra cui tessile, agroalimentare ed elettromeccanico.

Dalla Rivoluzione dei Gelsomini, che tra dicembre 2010 e gennaio 2011 diede avvio alla Primavera Araba e portò alla fuga del presidente Ben Ali, il Paese ha dovuto affrontare forti rivendicazioni sociali in un contesto di crescita economica modesta. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata da conflitti internazionali, dall’instabilità politica interna e dalla pandemia di COVID-19.

Inoltre, la Tunisia deve far fronte a gravi carenze energetiche ed è ancora fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio e gas, provenienti in gran parte dall’Algeria. La scarsità di risorse fossili, unita ai sussidi generalizzati per elettricità e carburanti, ha contribuito al disavanzo di bilancio e all’elevato livello di indebitamento pubblico. Il progressivo calo del tasso di autosufficienza energetica ha aggravato questa dipendenza dall’estero, delineando un quadro critico che accresce la pressione sulle politiche pubbliche in materia di sicurezza energetica e sostenibilità.

In quanto Paese mediterraneo, la Tunisia dispone di un notevole potenziale per lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico. La sua geografia, caratterizzata da un ampio deserto meridionale e da una lunga fascia costiera, offre condizioni particolarmente favorevoli allo sfruttamento di queste risorse. Tale vantaggio naturale costituisce un’opportunità non solo per ridurre la dipendenza energetica, ma anche per trasformare la Tunisia in un futuro esportatore di energia.

Tuttavia, questo potenziale resta ancora ampiamente inespresso: le fonti rinnovabili contribuiscono oggi a soli 5,1% della produzione elettrica nazionale. Il lento avanzamento della transizione energetica è dovuto in gran parte a vincoli finanziari e alla necessità di dare priorità ad altre sfide urgenti per il Paese.

Dalla rivoluzione tunisina, il decentramento, i processi decisionali partecipativi e la governance dal basso sono stati ampiamente richiesti e sanciti dalla Costituzione del 2014. Lo sviluppo e la governance locale hanno conosciuto un’importante evoluzione con le prime elezioni municipali post-rivoluzionarie del 2018, rese possibili dall’adozione di un nuovo e innovativo Codice delle Collettività Locali. Questa esperienza ha avuto esiti positivi, rendendo più dinamiche le interazioni tra le comunità locali. Tuttavia, la crisi politica del 2021 e l’intervento del Presidente hanno interrotto e deviato il processo di decentramento e democratizzazione nel Paese. 

Da allora, le autorità locali sono chiamate – e il governo si aspetta che lo facciano – a contribuire agli sforzi nazionali attraverso le proprie decisioni e azioni per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo. In particolare, il loro ruolo riguarda la gestione dei rifiuti, la pulizia degli spazi pubblici, la pianificazione urbana e l’amministrazione del territorio. In quanto entità amministrative, i comuni si adeguano inoltre alle strategie nazionali volte a migliorare l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione e a promuovere l’uso di energie rinnovabili, soprattutto tramite un programma avviato nel 2021 dalle agenzie pubbliche per la gestione dell’energia.

Un esempio significativo è la città di Sousse, conosciuta in Tunisia come la “Perla del Mediterraneo”. Si tratta di una metropoli storica e al tempo stesso moderna, apprezzata per il suo clima mite, le spiagge suggestive e il fascino architettonico. Considerata tra le principali destinazioni turistiche del Paese, Sousse si distingue anche per il suo notevole potenziale costiero. La presenza di un porto commerciale ne rafforza ulteriormente il ruolo strategico sul piano economico. Questa combinazione di attrattive naturali ed economiche contribuisce a un’elevata densità di popolazione, alimentata sia da forti flussi migratori interni sia da un consistente afflusso di turisti, soprattutto durante la stagione estiva.

Sousse è la terza città più importante della Tunisia. La sua attrattività si riflette nell’elevata densità abitativa, che richiama una quota significativa della forza lavoro e alimenta una forte domanda di beni e servizi. La regione si distingue per la diversificazione settoriale e per le ampie opportunità occupazionali.

Pur estendendosi su appena 45 km², la città – secondo i dati del Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni 2024 pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica – registra una delle densità più alte del Paese: oltre 5.753 abitanti per km², a fronte di una media nazionale di 77 abitanti per km². Tale concentrazione è sostenuta dalla presenza di aree turistiche, insediamenti industriali e del porto commerciale, e cresce ulteriormente nei mesi estivi, quando l’afflusso di turisti intensifica i consumi energetici e alimenta il dinamismo economico locale.

Sousse non si distingue solo per l’economia e l’alta densità abitativa, ma anche per il consumo di energia elettrica, in particolare nei settori domestico e industriale. La forte domanda energetica è il risultato di diversi fattori: il tessuto urbano denso, la presenza di attività economiche diversificate e dinamiche, i flussi turistici stagionali e l’elevato utilizzo di servizi.

L’aumento costante dei consumi elettrici anno dopo anno riflette sia la crescente attrattività della regione, sia la pressione esercitata sulle infrastrutture e sul sistema energetico. Tra il 2013 e il 2023, in Tunisia il consumo di energia elettrica è cresciuto in modo significativo, soprattutto per usi domestici. A Sousse, tale incremento è stato ancora più marcato, in gran parte a causa della crescita demografica e della migrazione interna. Nel 2023, ogni abitante della città ha consumato in media il 64% di elettricità in più rispetto alla media nazionale, confermando il ruolo di Sousse come polo centrale dell’attività economica del Paese.

Grazie all’elevata densità abitativa e alla crescita di residenze, ville, hotel e aree industriali, la città di Sousse presenta un notevole potenziale per l’autoproduzione di energia solare attraverso installazioni fotovoltaiche sui tetti. La sua posizione costiera offre inoltre condizioni favorevoli allo sviluppo dell’energia eolica offshore. Per la bellezza naturale e il fascino che la contraddistinguono, Sousse potrebbe trasformarsi in una città modello di energia pulita e sostenibile, capace di attrarre ancora più visitatori offrendo un’esperienza rispettosa dell’ambiente.

A febbraio 2025, la potenza fotovoltaica (FV) domestica installata a Sousse aveva raggiunto i 7,4 MW, pari al 2,4% del totale nazionale. È rilevante sottolineare che il tasso di crescita della città ha superato la media del Paese, registrando un incremento del 100% negli ultimi 20 mesi. Questa rapida espansione riflette la crescente consapevolezza, da parte dei cittadini, dei benefici legati all’uso di energia pulita.

La transizione è stata sostenuta dall’Agenzia Nazionale per la Gestione dell’Energia attraverso incentivi a livello nazionale, come sovvenzioni e prestiti agevolati. Tuttavia, finora non sono stati attivati programmi specifici mirati alle singole regioni.

Purtroppo, il Comune e i decisori locali non dispongono né dell’autorità giuridica né delle risorse finanziarie necessarie per erogare sovvenzioni o intervenire direttamente nel settore energetico. Il loro ruolo si limita quindi alla gestione dei consumi energetici interni. In questo ambito, il Comune di Sousse ha compiuto sforzi lodevoli, come la riqualificazione e digitalizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica. In particolare, sono stati sostituiti meccanismi e lampade obsolete con moderne tecnologie a LED, che garantiscono bassi consumi energetici e hanno consentito, secondo il personale comunale, una riduzione dei costi dell’elettricità superiore al 20%.

I partenariati internazionali e l’integrazione del Comune di Sousse in programmi di cooperazione globale hanno contribuito in modo significativo ai risultati raggiunti. In questo contesto, è stata sviluppata una soluzione digitale per monitorare e gestire l’illuminazione pubblica. Parallelamente, il Comune ha introdotto una piattaforma digitale interna per la gestione degli appalti, che consente un controllo più accurato dei consumi di carburante e una migliore gestione degli acquisti.

Le difficoltà attuali derivano soprattutto dai finanziamenti limitati e dalla complessità del quadro normativo, che rallentano l’accelerazione della transizione energetica. Nonostante ciò, gli sforzi compiuti dal Comune testimoniano il suo impegno concreto nel promuovere condizioni di vita più sostenibili per i cittadini.

Il lento ritmo della transizione energetica in Tunisia è dovuto principalmente alla carenza di risorse finanziarie e, in secondo luogo, alla concentrazione degli sforzi in un’unica istituzione nazionale. Per renderla più efficace è necessario un coinvolgimento più ampio di diversi attori e istituzioni, capaci di contribuire all’accelerazione del processo. In questo scenario, i comuni hanno il potenziale per svolgere un ruolo determinante.

Attualmente, la comunicazione sui programmi di transizione energetica e sulle procedure relative a installazioni e sovvenzioni non raggiunge i cittadini in modo adeguato. La complessità e l’opacità delle pratiche amministrative restano infatti tra i principali ostacoli a una diffusione più ampia.

In quanto istituzioni pubbliche più vicine a cittadini e imprese locali, i comuni possono agire da intermediari: spiegando le procedure, ospitando i servizi pertinenti e facilitando l’accesso ai meccanismi di supporto. Le loro interazioni quotidiane con la comunità li pongono in una posizione privilegiata per dare concretezza al processo di transizione. 

Non mancano esempi positivi sul campo. Un caso emblematico è quello della scuola primaria di Makthar, conosciuta come Makthar Boarding School. Situata in un’area agricola, l’istituto ha raggiunto con successo l’autosufficienza energetica grazie all’installazione di 140 pannelli fotovoltaici e 50 scaldacqua solari, producendo un surplus pari a quattro volte il proprio fabbisogno. La gestione efficiente di questa energia in eccesso consente alla scuola di coprire i costi di manutenzione dell’edificio e di fornire elettricità ad altre tre scuole della regione.

Non va dimenticato che la transizione energetica in Tunisia non dovrebbe solo sostenere la finanza pubblica e stimolare la crescita economica, ma anche affrontare aspetti sociali fondamentali. In particolare, essa può contribuire a ridurre le bollette elettriche delle famiglie a basso reddito. Allo stesso tempo, il passaggio a fonti di energia pulita può aiutare le imprese a contenere i costi operativi, aumentando i margini di profitto e favorendo nuovi investimenti.

Accelerare la transizione energetica dovrebbe costituire una priorità nazionale, soprattutto in un contesto segnato da sfide economiche e da crescenti domande sociali. Il coinvolgimento delle comunità locali e l’integrazione di programmi regionali possono contribuire in modo decisivo a velocizzare il passaggio verso l’energia verde.

La competizione e la comunicazione a livello regionale e locale si rivelano spesso più efficaci e adattabili, poiché garantiscono maggiore flessibilità nell’applicazione delle procedure e una migliore comprensione da parte dei cittadini. Un flusso informativo più chiaro, un obiettivo condiviso di sostenibilità e un rafforzato senso di appartenenza regionale possono favorire l’integrazione delle pratiche verdi a livello locale e regionale, producendo risultati più solidi e duraturi per la sostenibilità del Paese nel suo complesso.

Versione originale dell’articolo