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Quando il mercato non basta e lo Stato risponde. Il caso argentino

Castiglione Paloma

La produzione pubblica di farmaci non è una risorsa d’emergenza, bensì uno strumento strategico per garantire i diritti sanitari là dove il mercato fallisce

Il trattamento delle malattie orfane o trascurate – quelle che colpiscono soprattutto popolazioni povere e non generano profitti allettanti per l’industria farmaceutica – è un chiaro esempio di come il mercato fallisca nel garantire diritti fondamentali. La maggior parte dei nuovi farmaci prodotti risponde alle esigenze dei Paesi più sviluppati e, in molti casi, deriva da ricerche finanziate con fondi pubblici. Tuttavia, il settore privato raramente si impegna a sviluppare medicinali che non promettono ritorni economici sicuri.

Questo rivela un paradosso: mentre gran parte delle ricerche che generano nuove conoscenze si svolge in istituzioni pubbliche, i benefici si concentrano in pochi attori privati e in pochi Paesi. In questo quadro, occorre chiedersi come orientare le politiche pubbliche affinché la ricerca e la produzione di farmaci rispondano ai bisogni di salute delle nostre società, e non siano guidate unicamente da interessi economici.

In America Latina, si stima che il 35% della spesa delle famiglie sia destinato alla salute, con un peso ancora maggiore nei settori più poveri. Una quota rilevante di tali spese è out-of-pocket (di tasca propria), cioè senza copertura. A livello globale, un terzo della popolazione non riesce ad accedere con regolarità ai farmaci essenziali. Tra i fattori che determinano questa mancanza di accesso figurano: distanza dai punti di erogazione, carenza di personale, criticità nelle pratiche di approvvigionamento e nei sistemi di fornitura, e assenza di piani assicurativi sanitari, tra gli altri.

In Argentina, il problema dell’accesso ai medicinali ha assunto maggiore rilievo a partire dalla crisi politica, economica, sanitaria e sociale del 2001. La dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria tramite il decreto 486/02 ha promosso misure per garantirne l’accessibilità. Fu allora che la Produzione Pubblica di Medicinali (PPM) iniziò ad acquistare peso, sia come strategia per migliorare l’accesso, sia per rafforzare le capacità locali di ricerca e sviluppo, come rilevò Santos in una pubblicazione del 2017.

Ma la PPM non è solo una questione di salute: coinvolge anche la politica industriale e la politica di scienza, tecnologia e innovazione. In tal senso, lo Stato argentino ha compiuto passi importanti per orientare la scienza verso problemi sanitari concreti. Il Piano “Argentina Innovadora 2020”, ad esempio, ha identificato il settore salute come prioritario e ne ha definito linee strategiche. Queste priorità non sono rimaste sulla carta: hanno avuto impatto su programmi di formazione scientifica, borse di studio mirate e accordi tra istituzioni come il CONICET (Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas) e l’ANLAP (Agencia Nacional de Laboratorios Públicos). Sono state inoltre promosse azioni regolatorie per rafforzare i laboratori provinciali e migliorare i processi di valutazione insieme all’ANMAT (Administración Nacional de Medicamentos, Alimentos y Tecnología Médica).

In termini di finanziamento, un attore chiave del sistema scientifico-tecnologico nazionale è stato il FONARSEC (Fondo Argentino Sectorial), che dal 2010 ha promosso bandi specifici per l’innovazione in ambito sanitario. Nel 2013 sono stati finanziati progetti per lo sviluppo di vaccini e diagnostici per malattie orfane; durante la pandemia da COVID-19 sono stati sostenuti progetti legati alla risposta sanitaria, molti dei quali con la partecipazione di laboratori pubblici.

Un passaggio importante è arrivato nel 2021 con un bando dedicato esclusivamente alla PPM con un taglio strategico. Attraverso la chiamata intitolata “Progetti strategici in Produzione Pubblica di Medicinali (PE PPM 2021)” sono state finanziate tre linee: vaccini strategici, farmaci per malattie rare e dimenticate, e modernizzazione tecnologica affinché i laboratori possano rispettare gli standard regolatori. L’obiettivo era chiaro: rafforzare i laboratori pubblici perché producano ciò che il mercato non offre ma di cui la società ha bisogno.

In un Paese con una rete diversificata di laboratori pubblici distribuiti in 15 province – alcuni con capacità di produrre principi attivi e vaccini – la mancanza di coordinamento tra i livelli di governo continua a rappresentare un ostacolo. Per questo il FONARSEC è stato concepito anche come uno strumento dello Stato per coordinare le azioni tra province, con la capacità di «amministrare» e incentivare la cooperazione intergovernativa e intersettoriale in un ambito fortemente segnato da frammentazione e mancato coordinamento.

Così, gli strumenti di politica scientifico-tecnologica consentono qualcosa di più del semplice finanziamento di progetti: mirano a contribuire alla costruzione di un sistema più integrato, capace di rispondere ai bisogni sociali con conoscenza propria. In definitiva, si tratta di usare la scienza come politica pubblica per ampliare i diritti, soprattutto dove il mercato non arriva.

Quando il mercato smette di rispondere ai bisogni più urgenti, il ruolo dello Stato e della scienza pubblica assume un valore insostituibile. La PPM non solo offre una via d’uscita di fronte all’inaccessibilità, ma rappresenta anche una scommessa strategica sullo sviluppo sovrano, sul rafforzamento delle capacità locali e sulla garanzia dei diritti fondamentali.

L’Argentina dispone di una rete di laboratori e di un tessuto scientifico-tecnologico in grado di sostenere questa politica, purché esista una decisione politica di lungo periodo per coordinare, finanziare e dare priorità al bene comune rispetto alla redditività. Le esperienze accumulate mostrano che si può fare; la sfida sta nel sostenere quanto costruito.

In questo contesto, diventa inevitabile chiedersi: che cosa accade quando la salute diventa un bene di mercato e non un diritto? Chi decide quali malattie meritano l’investimento e quali possono aspettare? E se il vero rimedio fosse uno Stato presente, capace di produrre ciò che il mercato ignora?

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Foto Credits, in copertina: Linda De Volder, Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic. Attraverso Flickr