Guatemala Opinioni Punti di vista

Guatemala: la situazione attuale

Parte 3: Guatemala: un conflitto tra democrazia illiberale e trappola della cleptocrazia

Corlazzoli Juan Pablo

Elezioni del 2023

Nelle elezioni generali del 2023, i gruppi di potere interessati a mantenere lo status quo,  favoriti da un contesto politico di massima frammentazione – 30 partiti politici si sono presentati e 23 sono stati i candidati alla presidenza- hanno progettato due strategie convergenti: da un lato il presidente Giamattei, uno dei maggiori esponenti del patto, si è assunto la responsabilità di promuovere la candidatura del suo vice Manuel Conde, rendendolo partecipe a tutte le visite presidenziali all’interno del Paese, nella speranza di mobilitare, anche a livello locale, il sostegno ai candidati del partito di cui è leader, Vamos. Dall’altro attraverso sentenze manipolate del Tribunale elettorale superiore e della magistratura, sono stati esclusi i concorrenti in grado di mettere a rischio il trionfo del candidato presidenziale. Nello specifico i candidati alla corsa esclusi sono stati:

  • Roberto Arzú, sostenuto dai partiti Avanzada Nacional e Podemos, con un potenziale bacino di voto nei settori urbani, nella classe media e nei settori socio-economici rilevanti. In precedenti occasioni aveva ottenuto 250.000 preferenze ed era tra i primi cinque nei sondaggi elettorali.
  • Carlos Pineda, il candidato favorito nei sondaggi, è stato contestato su aspetti organizzativi della costituzione del partito Prosperidad Ciudadana da Manuel Baldizón, ex detenuto negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro. La Corte costituzionale ha impedito a lui e ai 1.000 candidati ad altre cariche elettive della sua lista la possibilità di partecipare alla competizione elettorale.
  • A ciò si aggiunge l’esclusione, per motivi politico-ideologici, della formazione politica Movimiento para la Liberación de los Pueblos, formata dalla leader indigena Thelma Cabrera e dall’ex Ombudsman per i diritti umani Jordán Rodas. Nelle precedenti elezioni, la signora Cabrera aveva ottenuto 450.000 voti.

Alla luce di queste esclusioni, l’Organizzazione degli Stati americani (OSA), nel suo rapporto, ha ribadito quanto affermato in un comunicato in cui esprimeva la sua preoccupazione per il processo di schedatura dei candidati in Guatemala, in cui sollecitava il rispetto dei criteri della giurisprudenza interamericana che ammette restrizioni ai diritti politici solo quando perseguono uno scopo legittimo e rispettano i requisiti di adeguatezza, necessità e proporzionalità.

Nel rapporto della Missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea (EU Election Observation Mission, EUEOM), si afferma che «le suddette interdizioni costituiscono una limitazione ingiustificata al diritto al suffragio passivo e agli impegni internazionali e regionali in materia di cui il Guatemala è firmatario».

25 giugno 2023: primo turno di elezioni

  • Numero di elettori aventi diritto: 9.361.068;
  • Elettori al primo turno: 5.565.598;
  • Affluenza: 60,08 %;
  • Voti validi: 4.212.460 (75,68%);
  • Voti non validi: 964.775 (17,33%).

 Risultati

    • Primo posto: UNE, Sandra Torres, 888.924 voti (21,10 % dei voti);
    • Secondo posto: SEMILLA, Bernardo Arévalo, 653.489 voti (15,51% dei voti);
    • Terzo posto: VAMOS, Manuel Conde, 436.918 voti (10,37% dei voti).

Durante lo scrutinio, il partito del candidato presidenziale di centro-sinistra Movimento SEMILLA era all’ottavo posto con il 12% degli elettori disposti a sostenerlo.

Il successo del Partito SEMILLA al primo turno è dovuto alla convergenza, nelle cabine elettorali, di importanti cluster di simpatizzanti dei partiti precedentemente esclusi nella corsa per le presidenziali. Una situazione non prevista dai membri del blocco di potere dominante.

L’inatteso scrutinio, la conseguente sconfitta del candidato filogovernativo Manuel Conde e l’inaspettata comparsa di Bernardo Arévalo al secondo turno del ballottaggio hanno delineato una proposta politica impossibile da accettare per gli interessi del “patto dei corrotti”, i quali hanno formulato un piano che avrebbe portato a un colpo di Stato.

Il piano di colpo di Stato

  1. Il primo obiettivo era quello di impedire a Bernardo Arévalo di accedere all’esecutivo e al Partito SEMILLA di entrare nel Congresso, assicurando che non ci sarebbe stato un secondo turno elettorale e che il Congresso avrebbe eletto il presidente.
  2. Avviare il processo di eliminazione del Partito SEMILLA e, nel caso in cui non avesse avuto successo, impedire che Bernardo Arévalo potesse diventare presidente, cercando di impedire in tutti i modi l’esercizio delle attività di governo e la realizzazione del suo piano di riforme.

Per raggiungere il primo obiettivo è stata denunciata l’esistenza di brogli elettorali e il mancato riconoscimento dei risultati da parte di Sandra Torres, accompagnati da una serie di procedure richieste dalla Corte Costituzionale per rivedere i risultati degli scrutini della capitale e di alcuni dipartimenti.

Poiché non è stata riscontrata alcuna anomalia significativa, coraggiosamente i membri del TSE hanno convalidato i risultati, inoltre sono stati presentati convincenti rapporti dalle missioni di osservazione elettorale dell’OSA e dell’UE, oltre ad energici pronunciamenti delle autorità ancestrali delle popolazioni indigene, delle autorità della Chiesa cattolica, di alcune università e della comunità internazionale. Tutto ciò ha fatto sì che queste false accuse perdessero forza e che si potesse svolgere il secondo turno elettorale.

Vale la pena sottolineare l’intensa attività svolta dalle comunità indigene che, accompagnate dai cittadini della capitale, hanno esercitato una forte pressione chiudendo strade e proclamando uno sciopero generale, chiedendo il rispetto dei risultati elettorali e le dimissioni del Procuratore Generale e del Procuratore dell’unità anticorruzione.

Per raggiungere il secondo obiettivo, il Ministerio Público, attraverso la Procura speciale anticorruzione sotto la responsabilità del Procuratore Curruchicihe Cuca, ha reso noto l’esistenza di una denuncia da parte di una persona che sosteneva di essere stata falsamente inclusa tra i firmatari per la costituzione del Partito SEMILLA, oltre ad altri presunti reati di pagamento per la richiesta di firme e riciclaggio di denaro. Con l’appoggio di un giudice di prima istanza penale, ha deciso di sospendere temporaneamente il Partito SEMILLA, invocando la legge contro la criminalità organizzata, ignorando le competenze supreme del TSE durante il periodo elettorale e le disposizioni stabilite nella Legge elettorale e sui partiti politici.

Il dossier legale legato alla sospensione del partito SEMILLA è stato negato più di 20 volte a Bernardo Arévalo, che lo aveva richiesto in qualità di segretario generale del partito. Il fascicolo con le risultanze di accesso agli atti presentato al Ministerio Público e alla magistratura è stato solo recentemente trasmesso al “Coordinatore dei Deputati del Partito SEMILLA”. Partito che, secondo il Registrador de ciudadanos (l’ufficio tecnico e anagrafico a supporto del TSE), non è sospeso, contraddicendo le risoluzioni della Corte Costituzionale, del Ministerio Público e dei membri del Congresso del “blocco della corruzione”.

20 agosto 2023: secondo turno di elezioni e tentativo di colpo di Stato al rallentatore attraverso impedimenti pseudo-legali

  •  Risultati del secondo turno elettorale
    • SEMILLA, con il candidato alla presidenza Bernardo Arévalo, 2.442.718 voti (60,91%);
    • UNE, con la candidata alla presidenza Sandra Torres, 1.567.664 voti (39,09%).

La creazione di molteplici ostacoli volti a invalidare i risultati e a impedire al candidato eletto di entrare in carica è un esempio di perverso inquinamento della politica da parte del potere giudiziario corrotto. Di fronte alla clamorosa vittoria elettorale del ‘binomio’ Arévalo-Herrera, il patto del blocco delle élites dominanti ha accelerato sulle azioni previste nei due obiettivi stabiliti dopo il primo turno elettorale.

Primo Obiettivo

Impedire al candidato eletto di entrare in carica. A tal fine, sono state costruite false accuse per reati non commessi, collegandole all’occupazione dell’Università San Carlos e al danneggiamento del patrimonio culturale dell’ateneo pubblico da parte degli studenti che protestavano contro la manipolazione attuata dal “patto di corrotti” per l’elezione del Rettore, nel tentativo di impedire al candidato eletto di beneficiare della procedura giudiziaria nota come Antejuicio (impeachment).   Inoltre, sono state mosse accuse di responsabilità per le proteste dei cittadini attraverso azioni come la chiusura di strade e arterie principali della capitale, ecc. Tutte le accuse sono state rapidamente archiviate perché inconsistenti, c’è stata anche la decisione molto coraggiosa del TSE di dichiarare ufficialmente validi i risultati elettorali, proclamare i vincitori e concedere loro le relative credenziali, un documento di grande valore per la protezione politica e legale conferita.

Secondo Obiettivo 

Eliminare il Partito SEMILLA e minare il potere del governo di Bernardo Arévalo. A tal fine, si sono moltiplicati gli stratagemmi pseudo-legali volti alla messa al bando del Movimento SEMILLA. Sono state mosse false accuse di presunti crimini commessi da Bernardo Arévalo e Karin Herrera: il Ministerio Público ha attaccato il TSE e ha fatto irruzione nella sua sede e nel luogo in cui erano depositate le urne contenenti i voti e i registri elettorali di ciascuno dei seggi, con l’obiettivo di appropriarsi illegalmente di questi materiali, impedendone la conservazione secondo la normativa.   Ad oggi, non solo non sono stati restituiti, ma non si sa nulla delle informazioni richieste al Ministerio Público.

Tutti questi atti e altre azioni illegali ed oltraggiose sono diventati un vero e proprio boomerang contro i golpisti e gli altri membri del ”patto di corruzione”, le ultime azioni sono quelle legate al giorno del passaggio di consegne al governo e alla sostituzione dei membri del Congresso. La manovra tentata dalla Commissione permanente del Congresso con i deputati uscenti è stata quella di ritardare l’approvazione dei nuovi legislatori con l’obiettivo di impedire  l’insediamento presidenziale, lasciando la presidenza vacante e permettendo al Congresso uscente di nominare un presidente sostituto, oltre a dichiarare i deputati della SEMILLA come indipendenti così da non permettere loro di essere inclusi nella lista dell’Ufficio di Presidenza del Congresso della Repubblica. Il ritardo nel trasferimento dei poteri ha spinto i membri delle rappresentanze dei governi invitati, oltre al Segretario Generale dell’OSA e all’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, a rilasciare una vigorosa dichiarazione per sollecitare i deputati a consentire il passaggio dei poteri così come decretato dalle urne.

Il presidente uscente, connivente con le manovre politiche in corso, non si è presentato per il passaggio dei poteri e ha inviato al Congresso le indicazioni, affinché la cerimonia formale fosse eseguita dal Congresso stesso. Sotto la fortissima pressione dei manifestanti intorno al Congresso, oltre a quella dei nuovi deputati che dovevano entrare in aula, si è arrivati a costituire l’Ufficio di Presidenza con l’accordo di coalizione di diverse forze parlamentari, che hanno prestato giuramento al presidente ed al Vice-presidente del Parlamento eletti solo allo scoccare della mezzanotte. Questo Ufficio di Presidenza è stato contestato dai deputati del “patto di corruzione” e dalle organizzazioni ad esso collegate, invocando l’impossibilità per i deputati appartenenti al Partito SEMILLA di farne parte. Tre giorni dopo si è dimesso per ordine della Corte Costituzionale. Allo stesso tempo, con l’obiettivo di limitare al massimo le capacità di gestione del governo, il Congresso uscente ha approvato la Legge di Bilancio Nazionale per il 2024, del valore di oltre 67 miliardi di Quetzales (circa 8 miliardi di euro) con stanziamenti molto arbitrari a beneficio di ONG e imprese legate ai deputati uscenti e forti riduzioni in settori prioritari del piano di governo di Bernardo Arévalo, come la sicurezza, l’istruzione e la sanità. Il bilancio ha un deficit significativo, il che comporta molte limitazioni e condizioni al governo per poter accedere a prestiti.   Questa legge è stata contestata durante la sua formulazione dai deputati del SEMILLA, che non hanno accettato nessuno degli emendamenti proposti. È stata contestata anche dal presidente eletto Arévalo, che ha chiesto al presidente Giamattei di non approvarla, richiesta avanzata anche da molti settori della società, soprattutto accademici e imprenditoriali.

Nonostante l’approvazione del presidente Giamattei, la legge è stata poi sospesa dalla Corte costituzionale. Di conseguenza è rimasto attualmente in vigore il bilancio 2023, che contiene molteplici stanziamenti a favore dei membri del “Patto di Corruzione” e gravi limitazioni per le priorità del nuovo governo.

 

Foto Credits: Juan Francisco, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons