Tanzania Editoriali

L’economia estrattiva di risorse naturali e la discriminazione femminile in Tanzania

Zupi Marco

L’uso sostenibile delle materie prime, e in particolare di quelle considerate “critiche” e di grande importanza per l’economia, è uno dei requisiti principali per una transizione equa e sostenibile nell’ambito dell’industria estrattiva, che deve minimizzare i costi ambientali e sociali.

Purtroppo, l’economia estrattiva di risorse naturali in Africa, come dimostrano in particolare i settori minerario e petrolifero, è afflitta da gravi problemi: la corruzione, la mancanza di democrazia, la cosiddetta “maledizione delle risorse” e i conflitti. Questo a causa delle ingenti ricchezze che genera, e che spesso vengono dirottate a beneficio di pochi. La corruzione può essere devastante nei Paesi in cui i governi fanno grande affidamento sui proventi di queste industrie, poiché porta a sottrarre risorse che dovrebbero andare a beneficio della popolazione. In molti casi, i colpevoli non sono solo attori interni, ma anche imprese straniere coinvolte in pratiche di sfruttamento, corruzione e cattiva governance. La corruzione si traduce in un paradosso: le nazioni ricche di risorse nei continenti del Sud globale soffrono infatti di povertà in mezzo all’abbondanza, ed è proprio l’abbondanza di risorse che determina un’eccessiva dipendenza dalle entrate che ne derivano, ostacolando lo sviluppo di altri settori economici.

Per queste ragioni, un elemento molto importante è costituito dai cosiddetti “accordi estrattivi” nel settore minerario, cioè l’insieme di accordi, politiche e intese che regolano l’estrazione delle risorse naturali – in particolare dei minerali – e il modo in cui i benefici e i costi di questa estrazione sono distribuiti tra le diverse parti interessate presenti sul territorio e, più in generale, nel Paese. Questo concetto è particolarmente rilevante proprio perché l’attività estrattiva può avere impatti economici, sociali e ambientali significativi, spesso purtroppo negativi.

Gli elementi chiave di una contrattazione estrattiva dovrebbero includere:

  1. Gestione delle risorse: come vengono gestite ed estratte le risorse naturali, comprese le considerazioni sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale.
  2. Condizioni economiche: gli accordi finanziari tra le compagnie minerarie e i governi, come le tasse, le royalties e altre forme di condivisione dei ricavi.
  3. Responsabilità sociali e ambientali: accordi o aspettative riguardanti la responsabilità della società mineraria nel mitigare i danni ambientali e contribuire al benessere sociale delle comunità locali.
  4. Sviluppo locale e nazionale: come i benefici dell’estrazione delle risorse contribuiscono agli obiettivi di sviluppo locale e nazionale. Ciò può includere lo sviluppo di infrastrutture, la creazione di posti di lavoro e altre opportunità economiche.
  5. Quadro normativo: la giurisprudenza che regola il settore estrattivo, comprese le leggi, i regolamenti e le politiche che dettano le modalità di conduzione e monitoraggio dell’attività estrattiva.
  6. Coinvolgimento degli stakeholder: il coinvolgimento e la partecipazione di vari stakeholder, compresi i governi e le autorità locali, le società minerarie, le comunità locali e le organizzazioni della società civile, nei processi decisionali.
  7. Trasparenza e responsabilità: meccanismi per garantire la trasparenza nella gestione delle risorse e nell’utilizzo dei ricavi e la responsabilità di tutti gli stakeholder nel rispettare gli accordi e i regolamenti.

In molti Paesi africani, tra cui la Tanzania, gli accordi estrattivi si stanno evolvendo e l’auspicio è che diventino più inclusivi e sostenibili, tenendo conto non solo dei benefici economici ma anche di considerazioni sociali e ambientali. Questa evoluzione è spesso la risposta a una maggiore consapevolezza globale della necessità di uno sviluppo sostenibile e di una gestione responsabile delle risorse.

Sempre nel quadro della ricerca di un’integrazione tra temi chiave dello sviluppo, si può fare un passo in avanti e ragionare costantemente in termini di contrattazione estrattiva sensibile al genere nel settore minerario – in Tanzania come altrove – riferendoci a un approccio che riconosce e affronta in modo specifico le disparità di genere all’interno dell’industria mineraria. Questo concetto implica diverse componenti chiave:

  1. Riconoscimento delle disparità di genere: riconoscere le storiche e continue disparità di genere nel settore minerario, dove le donne sono spesso sottorappresentate, in particolare nei ruoli decisionali e a più alta retribuzione.
  2. Politiche e pratiche inclusive: l’approccio prevede lo sviluppo e l’attuazione di politiche e pratiche che promuovano attivamente l’inclusione e l’empowerment delle donne nel settore minerario. Ciò potrebbe includere la garanzia di pari opportunità nell’impiego, nella formazione e nei ruoli di leadership.
  3. Affrontare le problematiche specifiche delle donne: una contrattazione estrattiva sensibile alle questioni di genere riconosce e cerca di mitigare le difficoltà specifiche affrontate dalle donne nel settore minerario, come la discriminazione basata sul genere, la mancanza di accesso all’istruzione e alla formazione e i problemi di sicurezza sul posto di lavoro.
  4. Empowerment economico delle donne: l’approccio enfatizza l’empowerment economico delle donne attraverso la creazione di opportunità per le donne di partecipare e trarre beneficio dal settore minerario, compreso il sostegno alle imprese di proprietà femminile e alle imprese collegate all’industria mineraria.
  5. Coinvolgimento e sviluppo della comunità: riconoscendo che il settore minerario ha impatti sociali più ampi, una contrattazione estrattiva sensibile alle questioni di genere implica anche un impegno con le comunità locali, in particolare le donne, nei processi decisionali relativi alle attività estrattive.
  6. Quadri giuridici e normativi: comprende la promozione e il sostegno allo sviluppo di quadri giuridici e normativi che garantiscano l’uguaglianza di genere e tutelino i diritti delle donne nel settore minerario.
  7. Monitoraggio e valutazione: applicazione di meccanismi per il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia delle politiche e delle pratiche sensibili alle questioni di genere nel settore minerario, per garantire che raggiungano gli obiettivi prefissati.

In sintesi, implementare una contrattazione estrattiva sensibile al genere nel settore minerario significa creare un ambiente in cui le considerazioni di genere sono parte integrante del funzionamento e della governance dell’industria mineraria, con particolare attenzione alla promozione dell’uguaglianza, dell’inclusione e dell’empowerment delle donne. Questo approccio è in linea con i più ampi obiettivi globali di uguaglianza di genere e sviluppo sostenibile.

Analizzare le realtà attraverso un approccio integrato, in particolare in contesti come la contrattazione estrattiva sensibile al genere nel settore minerario della Tanzania, è fondamentale per diverse ragioni.

Anzitutto, un approccio integrato permette di comprendere a fondo questioni complesse. Nel caso del settore minerario della Tanzania, aiuta a capire come le dinamiche di genere si intersecano con i fattori economici, sociali e ambientali. Questa visione olistica è essenziale per sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili.

In tale ottica va considerato inoltre che diverse categorizzazioni sociali come il genere, l’etnia (o, impropriamente, le razze, come si ostinano molti a ripetere, nonostante la letteratura scientifica avviata dal genetista italiano Luigi Cavalli-Sforza abbia dimostrato come guardando all’interno del DNA non esistano differenze che giustifichino il concetto di ‘razze’ umane), la classe e lo status economico sono interconnesse e creano sistemi sovrapposti di discriminazione o svantaggio. Un approccio integrato, soprattutto nelle politiche sensibili al genere, riconosce queste intersezioni e mira ad affrontarle in modo più inclusivo ed equo.

Nel contesto del settore minerario della Tanzania, l’integrazione della sensibilità di genere nelle contrattazioni estrattive garantisce che le politiche non siano solo eque, ma anche efficaci nell’affrontare le esigenze e le difficoltà specifiche delle donne in questo settore. Questo porta a risultati politici più efficaci, in quanto tiene conto delle diverse esigenze di tutte le parti interessate.

Un approccio sensibile alle questioni di genere in settori come quello minerario può portare, inoltre, a maggiori benefici economici. Includendo le donne e affrontando i loro bisogni e le loro problematiche specifiche, il settore può attingere a un bacino più ampio di talenti, promuovere l’innovazione e aumentare la produttività.

L’integrazione di considerazioni di genere in settori tradizionalmente dominati dagli uomini, come quello minerario, promuove la giustizia sociale e l’equità. Sfida gli stereotipi esistenti e contribuisce ad abbattere le barriere che storicamente hanno escluso le donne dalla piena partecipazione a questi settori.

Insomma, un approccio integrato è in linea con i principi dello sviluppo sostenibile. Garantisce che la crescita economica non si traduca in disuguaglianze sociali o degrado ambientale. Nel settore minerario della Tanzania, una contrattazione estrattiva sensibile alle questioni di genere contribuisce allo sviluppo sostenibile promuovendo l’inclusione sociale e l’equa distribuzione delle risorse.

Guardando più nel dettaglio alla situazione attuale in Tanzania, il settore minerario estrattivo è caratterizzato da sviluppi e sfide significative, che riflettono la natura dinamica del settore e la sua importanza per l’economia del Paese.

Il settore minerario estrattivo contribuisce in modo significativo all’economia della Tanzania. Al 2021, c’erano quasi 500 licenze attive relative a oltre 40 tipi di minerali, tra cui oro, diamanti, carbone e gas naturale. Il settore ha dato lavoro a più di 310.000 tanzaniani, mentre i guadagni del Paese con le esportazioni di minerali hanno superato i 3,6 miliardi di dollari americani.

Come chiarivano un rapporto della Heinrich-Böll-Stiftung del 2010 e uno realizzato nel 2009 dalla SID, la Tanzania è arrivata relativamente tardi al settore minerario su larga scala.

La conferenza di due giorni sulle industrie estrattive, tenutasi a novembre del 2023 e organizzata da HakiRasilimali, una coalizione di organizzazioni della società civile, ha evidenziato il ruolo critico delle risorse minerarie in Tanzania per una giusta transizione energetica e per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico. La Tanzania possiede importanti giacimenti di minerali cruciali per la transizione energetica pulita, tra cui nichel, grafite ed elio. Gli esperti sottolineano la necessità di un’adeguata governance del settore e di una chiara identificazione della sua posizione attraverso una strategia ben strutturata sui minerali critici. La conferenza ha anche sottolineato l’importanza di affrontare efficacemente il cambiamento climatico e la necessità di un impegno politico verso misure di attuazione per lo sviluppo sostenibile .

Il governo tanzaniano – col vice primo ministro e ministro dell’energia Doto Biteko – sta lavorando per rafforzare il settore minerario attraverso varie riforme normative. Queste riforme includono il riconoscimento formale dei raffinatori di minerali, l’enfasi sulla promozione dei minatori artigianali, le direttive per un tempestivo risarcimento dei danni causati dalle attività estrattive e gli sforzi per creare riserve auree. La Banca di Tanzania, a settembre del 2023, ha fatto un primo acquisto di 418 chilogrammi d’oro per rafforzare le riserve estere, a dimostrazione della mossa strategica del governo per garantire la stabilità economica. È, inoltre, in corso un’indagine a livello nazionale per identificare le aree ricche di minerali, con l’obiettivo di infondere fiducia negli investitori e di completarla entro il 2030. Il governo ha adottato una posizione rigorosa contro il contrabbando di minerali e ha sottolineato l’importanza di una gestione prudente dei fondi per i progetti di sviluppo al fine di accreditarsi come governo intenzionato a creare un ecosistema minerario strutturato, responsabile e favorevole agli investitor.

Orica, uno dei principali operatori del settore minerario, sta sfruttando le tecnologie digitali per sviluppare un’industria estrattiva sostenibile e innovativa in Tanzania. Ha introdotto nuove tecnologie come Exel™ Neo, la prima gamma di detonatori non elettrici senza piombo al mondo, e si sta concentrando su iniziative ambientali, sociali e di governance. L’espansione avvenuta in Tanzania dal 2009 della produzione e fornitura di esplosivi alle principali operazioni minerarie ha sostenuto la crescita del settore.

Quel che è certo è che il settore estrattivo della Tanzania ha prospettive contrastanti. Le trattative per la concessione di licenze minerarie speciali con le aziende e le proposte per l’oleodotto Uganda-Tanzania vanno monitorate con attenzione, anche in cerca di segnali di intenzione da parte del governo e, in ogni caso, perchè in questo campo occorre muoversi con attenzione.

Il settore deve affrontare sfide che richiedono una gestione attenta e una pianificazione strategica, per realizzare il suo pieno potenziale.

Lo stesso può dirsi a proposito della situazione attuale della discriminazione e dell’emancipazione femminile in Tanzania, che è multiforme e comporta sia progressi che problematiche continue.

Sotto la guida della presidente Samia Suluhu Hassan, in carica dal   19 marzo 2021 – subentrata dopo la morte del presidente John Magufuli, che si era distinto per il suo pittoresco negazionismo della pandemia ma forse deceduto proprio a causa del Covid-19 – il governo tanzaniano ha compiuto diversi passi positivi. In particolare, il governo ha abolito il divieto di frequentare la scuola per le studentesse incinte e le madri adolescenti (novembre 2022), un’iniziativa che sostiene il diritto all’istruzione delle giovani donne. Questa iniziativa riflette un cambiamento nella politica del governo a favore di un’istruzione più inclusiva e l’empowerment delle donne.

Si sono registrati progressi negli ultimi anni, di cui è possibile riportare alcuni esempi:

  1. La percentuale di donne in parlamento è aumentata dal 17% nel 2000 al 31% nel 2020.
  2. La percentuale di donne nella forza lavoro formale è aumentata dal 39% nel 2010 al 42% nel 2017.
  3. La percentuale di donne imprenditrici è aumentata dal 30% nel 2010 al 40% nel 2017.
  4. Il numero di imprese a conduzione femminile è passato da 500.000 nel 2010 a 1 milione nel 2017.

Nonostante questi passi positivi, la Tanzania deve affrontare ancora varie sfide per garantire un maggiore empowerment femminile.

Le donne in Tanzania devono affrontare svantaggi socioeconomici, soprattutto nelle aree rurali e nell’economia informale, perché continuano a essere discriminate nell’accesso alla terra, al credito e ad altre risorse. Oltre a questo, ci sono anche problemi come le molestie sessuali sul lavoro, che raramente vengono affrontati attraverso canali legali formali. Sono chiaramente necessari ulteriori sforzi per garantire alle donne un maggiore accesso e controllo su risorse, opportunità e potere decisionale.

Il Tanzania Gender Assessment 2022 e il Tanzania Gender-Based Violence Assessment 2022, due rapporti del Gruppo della Banca Mondiale, raccolgono le ultime evidenze sui divari di genere nei posti di lavoro, nelle opportunità economiche, nella proprietà e nel controllo dei beni, nella possibilità per le donne di avere voce e autorità, oltre che sull’efficacia di interventi politici e programmatici concreti che affrontano questi fattori di base. I rapporti analizzano anche come le discriminazioni nel Paese rimangano un problema fondamentale da risolvere. Le norme e le pratiche sociali discriminatorie continuano a limitare l’empowerment delle donne e il loro accesso alle opportunità e ai diritti, in particolare in tre dimensioni chiave: la loro situazione economica, la loro posizione all’interno del nucleo familiare e le loro condizioni fisiche (https://www.oecd.org/dev/sigi-country-report-for-tanzania-06621e57-en.htm).

Una preoccupazione significativa in Tanzania è l’alto tasso di violenza di genere. Secondo i dati raccolti dalla Banca Mondiale, il 40% delle donne tanzaniane tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza fisica e il 17% violenza sessuale. Tra queste, il 44% ha subito violenza da un partner. La prevalenza della violenza coniugale è notevolmente più alta nelle aree rurali. Queste statistiche evidenziano l’urgente necessità di misure più efficaci per combattere le violenze sessuali in Tanzania.

Per tutte queste ragioni, è più che mai importante affrontare in modo integrato sfide come quella legata all’economia estrattiva di risorse naturali e alla discriminazione femminile. Fortunatamente, la letteratura scientifica ci è di aiuto al riguardo.

Per chi fosse interessato, all’interno della collettanea curata da Paul Bowles e Nathan Andrews, Extractive Bargains. Natural Resources and the State-Society Nexus, recentemente pubblicata da Palgrave Macmillan (2023), c’è un capitolo scritto da Jesse Salah Ovadia e Maud Esi Amoafo che si concentra proprio sulla creazione di una contrattazione estrattiva sensibile al tema di genere nel settore minerario in Tanzania. Il capitolo affronta lo storico predominio maschile nel settore e la limitata inclusione delle donne nell’occupazione formale ed esamina le politiche e la legislazione tanzaniane relative al settore minerario, sottolineando la necessità di politiche di portata locale sensibili al tema di genere e all’empowerment economico delle ragazze e delle donne. Il capitolo, intitolato “Creating a Gender-Sensitive Extractive Bargain in Tanzania Through Local Content and Women’s Economic Empowerment” è un contributo utile a capire come, se i governi esercitano l’autorità di regolamentazione sulle attività estrattive e si trovano in un complesso groviglio di pressioni sia da parte delle imprese capitalistiche transnazionali sia da parte degli stakeholder nazionali, sia fondamentale un cambiamento nelle strategie a tutela degli interessi delle popolazioni locali e dell’ambiente. Tutto ciò deriva dal fatto che le tradizionali giustificazioni economiche (come la creazione di posti di lavoro e di entrate) non sono più convincenti a causa della loro portata limitata rispetto a obiettivi più ampi di sviluppo sostenibile, in cui l’empowerment femminile e la salvaguardia dell’ambiente si impongono come principi trasversali fondanti.