Mondo Infografiche Mondo in cifre

Migrazioni internazionali 2023 – Numeri e Paesi

Redazione

In base ai dati presentati dalla Banca Mondiale a corredo del World Development Report 2023: Migrants, Refugees, and Societies, nel 2023, i migranti internazionali sono circa 184 milioni, il 2,3% della popolazione mondiale. Nel report, questa cifra fa riferimento alle persone che vivono al di fuori del proprio Paese di cittadinanza ed esclude quelle che hanno ottenuto la nazionalità in un nuovo Paese. Di questi 184 milioni, 37, attorno al 20% sul totale, sono rifugiati.

Paesi di destinazione secondo il reddito

Circa 79 milioni di migranti e rifugiati vivono in Paesi a basso e medio reddito, mentre circa 74 milioni vivono in Paesi OCSE ad alto reddito. Di questi ultimi, alcuni sono migranti temporanei, mentre altri intendono stabilirsi in quei Paesi in modo definitivo. Inoltre, ci sono circa 62 milioni di cittadini naturalizzati sparsi nei Paesi OCSE ad alto reddito, che non sono considerati migranti in queste cifre.

Dei circa 31 milioni di migranti che vivono nei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), quasi tutti hanno uno status temporaneo. Tra questi, solo i migranti altamente qualificati possono essere accompagnati dalle loro famiglie. D’altro canto, i Paesi del Golfo non ospitano un gran numero di rifugiati. Nel complesso, i migranti costituiscono circa la metà della popolazione dei Paesi del Golfo, attorno al 79% se si esclude l’Arabia Saudita.

Crescita della quota di popolazione migrante nel tempo

A livello globale, la crescita demografica è stata molto disomogenea dal 1960. La popolazione mondiale è aumentata circa del 156% tra il 1960 e il 2020, ma i Paesi ad alto reddito sono cresciuti solo del 58%, mentre i Paesi a reddito medio sono cresciuti del 177% e quelli a basso reddito del 383%. Di conseguenza, la percentuale di migranti rispetto al totale delle popolazioni dei Paesi di origine e di destinazione sono variate considerevolmente in base al reddito dei Paesi rispettivi. I massicci movimenti dall’Europa all’America Latina di un secolo fa non si verificano più oggi. La migrazione verso i Paesi del Golfo era quasi inesistente 60 anni fa, eppure oggi questi Paesi sono la destinazione di alcuni dei più grandi corridoi migratori. Nel frattempo Irlanda e Italia, un tempo Paesi di origine, sono diventati Paesi di destinazione. Nel 1970, solo 150 corridoi – su oltre 40.000 possibili coppie di Paesi di origine e di destinazione – rappresentavano il 65% della migrazione mondiale. Nel 2020, tale quota era scesa al 50%.

Nel complesso, a livello globale, è interessante notare come la percentuale di popolazione migrante internazionale rispetto alla popolazione totale sia cresciuta continuamente. La percentuale di persone nate all’estero sul totale della popolazione mondiale (sia migranti che cittadini naturalizzati) è oscillata tra il 2,7% e il 3,5% dal 1960.

I principali corridoi odierni includono quello dal Messico verso gli Stati Uniti; dall’India agli Emirati Arabi Uniti e all’Arabia Saudita; da India e Cina agli Stati Uniti; dal Kazakistan alla Federazione Russa e dalla Federazione Russa al Kazakistan; Dal Bangladesh all’India; dalle Filippine agli Stati Uniti. Altri importanti corridoi sono legati alle principali situazioni di sfollamento forzato, come ad esempio tra la Siria e la Turchia, tra il Venezuela e la Colombia, e tra l’Ucraina e la Polonia.

Paesi di origine

La quota maggiore di migranti proviene da Paesi a medio reddito. Si tratta di persone che in genere non sono né tra le più povere né tra le più ricche nel loro Paese di origine. Anche in situazioni di conflitto e persecuzione, solitamente, chi ha più mezzi tende ad andarsene per primo, seppur ci siano delle eccezioni, come quando un intero gruppo viene preso di mira e subisce violenze e persecuzioni.

Molti piccoli Stati insulari in via di sviluppo hanno tassi di emigrazione ben superiori al 25% della loro popolazione. Anche un certo numero di Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno tassi di emigrazione relativamente elevati, in genere superiori al 15% (i loro cittadini hanno più facile accesso ai Paesi dell’Europa occidentale). La percentuale di rifugiati rispetto alla popolazione totale dei Paesi di origine è elevata in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sud Sudan, Siria, Ucraina e Venezuela. In tutti i Paesi, invece, il tasso medio di emigrazione è pari al 7% della popolazione.

Paesi di destinazione

Tra i principali Paesi di destinazione per numero di migranti figurano gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Germania e la Francia. Considerando, invece, la quota di immigrati sul totale della popolazione, spiccano i Paesi del Golfo; negli Emirati Arabi Uniti, per esempio, questa raggiunge l’88%.

Buona parte delle migrazioni internazionali avviene all’interno delle regioni del mondo, diretta verso Paesi relativamente più ricchi dei loro vicini, come Costa Rica, Costa d’Avorio, Gabon, Kazakistan, Malesia o Singapore. La percentuale di immigrati è particolarmente elevata in alcuni Paesi che presentano una popolazione ridotta, come Belize, Gibuti e le Seychelles. Infine, anche se la quota di rifugiati rispetto al totale della popolazione dei Paesi ospitanti è generalmente ridotta – inferiore all’1% – ci sono delle eccezioni. Per esempio esempio, a metà del 2022, una persona su 6 era rifugiata in Libano; una su 16 in Giordania; e una su 21 in Colombia.

Credits: World Bank, 2023. Creative Commons Attribution CC BY 3.0 IGO. Le traduzioni e gli adattamenti presenti in questo articolo non sono ad opera della Banca Mondiale.