Asia Infografiche Mondo in cifre

Proiezioni sulle migrazioni climatiche interne in Asia ed Est Europa

Redazione

 

Visita l’articolo Le migrazioni climatiche per conoscere maggiori dettagli sull’approccio Groundswell e sugli scenari di riferimento.

Nella regione dell’Asia orientale e del Pacifico, è previsto che la Cina contribuirà in modo determinante alla migrazione climatica regionale in tutti gli scenari considerati, vista la numerosa popolazione del Paese. Per lo più, i Paesi della regione sono altamente urbanizzati, con economie diversificate. La portata prevista della migrazione climatica riflette la vulnerabilità agli impatti legati all’innalzamento del livello del mare, aumentati dalle mareggiate, nelle regioni costiere densamente popolate che ospitano centri urbani e sistemi di sostentamento chiave. I cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella produttività delle colture contribuiscono anche alla relativa attrattività delle zone di sostentamento agricolo, tra cui Thailandia, Myanmar e Cambogia. Ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici sui centri abitati e sui mezzi di sussistenza vulnerabili attraverso traiettorie di emissioni globali inferiori, insieme a una pianificazione territoriale integrata, sarà importante per uno sviluppo sostenibile e resiliente nella regione.

Le previsioni sul numero di migranti climatici in Asia meridionale riflettono l’elevata vulnerabilità della regione agli impatti dei cambiamenti climatici, in particolare nelle aree costiere e deltizie colpite dall’innalzamento del livello del mare e dalle mareggiate, condizione per cui Il Bangladesh guida i numeri nella regione. Anche in questo caso, saranno cruciali i progressi di sviluppo e la riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici su aree vulnerabili densamente popolate.

Si prevede che l’Europa orientale e l’Asia centrale avranno solo 3,7 milioni di migranti climatici entro il 2050, anche se, in proporzione alla popolazione totale, la regione è paragonabile ad altre. Nel complesso, i Paesi della regione hanno una minore dipendenza dall’agricoltura, in particolare in termini di occupazione, quindi i potenziali cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella produttività delle colture potrebbe avere effetti più contenuti che altrove. Al contrario, diverse aree dell’Asia centrale potrebbero vedere condizioni più favorevoli per l’agricoltura.