Movimenti di sfollati interni a causa di conflitti e violenze registrati nel corso del 2024 (Fonte: IDMC 2025)
La mappa presenta i dati relativi ai nuovi movimenti di sfollati interni causati da conflitti e violenze registrati nel corso del 2024 (quindi non lo stock a fine anno, ma il numero totale di volte in cui persone hanno dovuto spostarsi nel 2024 per cause belliche o violente).
Questa mappa rappresenta il numero totale di nuovi movimenti di sfollati interni registrati nel 2024 a causa di conflitti armati, violenze comunitarie o criminali, repressioni e instabilità politica. Ogni spostamento viene contato: se una stessa persona è costretta a fuggire più volte nello stesso anno, ciascun movimento è incluso. Questo dato è quindi diverso dallo stock, che misura invece quante persone risultano ancora sfollate a fine anno.
Numeri chiave globali (solo conflitti/violenze)
- Nel 2024 si sono registrati 20,1 milioni di movimenti di sfollati interni dovuti a conflitti e violenze. In particolare:
- 12 milioni: Conflitti armati interni, cioè si fa riferimento alla violenza armata protratta tra autorità governative di uno Stato e uno o più gruppi armati organizzati non statali, o tra tali gruppi tra loro, all’interno del territorio dello Stato.
- 4,8 milioni: Conflitti armati internazionali, ovvero l’uso della forza armata tra due o più Stati (due o più attori statali) e lo sfollamento è una conseguenza diretta delle operazioni militari che coinvolgono le forze armate di Paesi diversi.
- 1,5 milioni: Violenza nelle comunità, cioè casi di violenza prolungata e su larga scala tra gruppi non statali all’interno di una comunità, spesso basata su linee identitarie (etniche, religiose, di clan o tribali) o su dispute per risorse (terra, acqua). A differenza del conflitto armato interno, in genere non coinvolge direttamente le forze governative come parte combattente (sebbene lo Stato possa essere inerte o incapace di intervenire) e l’organizzazione militare dei gruppi in lotta è meno strutturata rispetto ai gruppi armati di opposizione.
- 1,2 milioni: Violenza legata alla criminalità, ovvero ci si riferisce allo sfollamento causato da atti di violenza, estorsione, scontri o controllo territoriale esercitati da organizzazioni criminali, cartelli della droga o bande. Tali atti spesso non hanno obiettivi politici (a differenza dei conflitti) ma sono volti al guadagno economico o al controllo territoriale per attività illecite.
- 000: Altre forme, una categoria residuale che include tutte le altre forme di violenza e persecuzione che non rientrano nelle definizioni precedenti, ma che costringono le persone a fuggire all’interno del proprio Paese. Spesso include violenze a bassa intensità o non specificamente attribuibili a una delle categorie sopra elencate.
- 000: Violenza civile-statale, termine utilizzato per far riferimento agli sfollamenti interni causati dall’uso della forza da parte delle autorità statali (governo, forze di sicurezza, polizia, ecc.) contro i civili, al di fuori del contesto di un conflitto armato formalmente riconosciuto. Si tratta essenzialmente di spostamenti forzati dovuti a violazioni sistematiche o generalizzate dei diritti umani perpetrate dallo Stato.
- Il dato relativo al 2024 rimane molto superiore ai livelli medi di inizio anni 2010, segno che le crisi armate stanno diventando più prolungate e complesse.
Dove si concentra il fenomeno (esempi di Paesi più colpiti nel 2024)
- Repubblica Democratica del Congo: la drammatica escalation del conflitto e della violenza nell’est del Paese, in particolare nelle province del Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri, ha determinato la registrazione di oltre 5,3 milioni di sfollati interni a causa di conflitti e violenze nel 2024. L’escalation è dovuta alla riacutizzazione e intensificazione dei combattimenti tra l’esercito governativo congolese e una miriade di gruppi armati non statali, tra cui: (1) Movimento 23 Marzo (M23), sostenuto secondo diverse fonti dal Ruanda, che ha intensificato la sua offensiva nel Nord Kivu, in particolare intorno alle città chiave di Goma e Sake; (2) Coalizione Wazalendo, gruppo armato locale, spesso armato e supportato dall’esercito regolare congolese, che partecipa attivamente al conflitto. La proliferazione di milizie e gruppi armati non statali nelle province orientali (Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri) – alpunto che se ne contano oltre cento – contribuisce a una violenza generalizzata e incessante contro i civili.
- Sudan: il conflitto esploso nell’aprile 2023 continua a generare milioni di nuovi movimenti nel 2024. Il Paese resta l’epicentro della crisi globale di sfollamento da conflitti: infatti, il Sudan è il Paese con il numero più alto (stock) di sfollati interni a livello globale; 11,5 milioni di persone. Dopo la ripresa del conflitto nell’aprile 2023, circa 3,8 milioni di nuovi sfollati interni sono stati registrati nel 2024, a cui si aggiungono milioni di rifugiati nei Paesi vicini. La guerra civile vede contrapposte le Forze Armate Sudanesi – l’esercito regolare, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan – e le Forze di Supporto Rapido – un potente gruppo paramilitare, guidato da Mohamed Hamdan Dagalo –. Il conflitto è una lotta di potere per il controllo del Paese, scaturita da una transizione politica fallita dopo il colpo di Stato del 2021 e ha determinato una catastrofe umanitaria, con Regioni come il Darfur settentrionale e meridionale che sono state epicentri di scontri particolarmente violenti e accuse di pulizia etnica e crimini di guerra (soprattutto a carico delle Forze di Supporto Rapido, che controllano gran parte della regione. Entrambe le parti sono accusate di crimini di guerra, inclusi bombardamenti indiscriminati contro mercati, aree residenziali e siti di sfollati
- Palestina: I dati sullo sfollamento interno in Palestina (Striscia di Gaza e Cisgiordania) nel 2024 sono dominati dall’escalation del conflitto in corso, con la schiacciante offensiva militare israeliana in risposta agli attacchi del 7 ottobre 2023 (in flagrante violazione del diritto internazionale umanitario, a causa della loro natura indiscriminata e mirata contro la popolazione civile) da parte di Hamas, che ha determinato la cifra di 3,2 milioni di sfollati interni nel 2024, considerando la drammatica eccezionalità della situazione per cui quasi l’intera popolazione della Striscia di Gaza (circa 2 milioni di persone) è stata costretta a sfollare internamente e a questi si aggiungono le persone colpite dagli sfollamenti e dalle restrizioni in Cisgiordania. Bombardamenti aerei e operazioni di terra hanno raso al suolo interi quartieri residenziali e infrastrutture critiche, rendendo le case inagibili, ferendo e uccidendo soprattutto civili (molte migliaia di bambini e donne) e spingendo la popolazione a fuggire per salvarsi la vita. L’esercito israeliano ha emesso ripetuti ordini di evacuazione per vaste aree della Striscia di Gaza, con scarsissimo preavviso e contraddicendo le indicazioni nel tempo, costringendo milioni di persone a spostarsi da Nord a Sud più volte (anche più di cinque volte) in zone temporaneamente designate come “sicure” (che si sono rivelate non esserlo). Questo è spesso considerato un trasferimento forzato, che in alcune circostanze può equivalere a un crimine di guerra. Anche se in misura minore rispetto a Gaza, in Cisgiordania lo sfollamento interno è alimentato da un aumento degli attacchi dei coloni israeliani e dei raid militari che portano all’uccisione di palestinesi, alla distruzione di proprietà e all’interruzione dei mezzi di sostentamento, con il governo israeliano che tollera e sostiene tali iniziative e limita la libertà di movimento e l’espansione degli insediamenti dei palestinesi. Gli sfollati vivono in condizioni disumane, contribuendo a una catastrofe umanitaria, il sistema sanitario è al collasso, a causa dell’assedio totale e dell’ostacolo israeliano agli aiuti umanitari internazionali e alle Nazioni Unite, gli sfollati affrontano la fame e la sete. Oltre il 98% dell’acqua a Gaza non è potabile.
Tendenze e interpretazioni
- Nel 2024 la combinazione di crisi acute (Palestina, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar) e crisi protratte (Siria, Yemen, Ucraina) ha continuato a spingere milioni di persone alla fuga.
- Il dato è complementare al fatto che lo stock globale di sfollati da conflitti abbia continuato a crescere fino a 73,5 milioni a fine 2024.
- I conflitti attuali hanno caratteristiche che moltiplicano gli spostamenti: urbanizzazione delle guerre, violenza contro i civili, spostamenti ripetuti, difficoltà di ritorno.
Nota redazionale (per il lettore): Questa mappa permette di cogliere l’impatto immediato dei conflitti e delle violenze: quante volte, nel corso di un solo anno, famiglie e comunità sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Per comprendere invece il peso cumulato degli sfollamenti, è utile confrontare questo dato con lo stock a fine anno.
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