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Afflussi di risorse del settore privato mobilitate con l’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS)- in percentuale del PIL- per regione 2012-22

Redazione

Afflussi di risorse del settore privato mobilitate con l’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS), in percentuale del PIL, per regione, 2012-22 (Fonte: OECD, 2023)Afflussi di risorse del settore privato mobilitate con l’Aiuto pubblico allo sviluppo (APS), in percentuale del PIL, per regione, 2012-22 (Fonte: OECD, 2023)

Gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS; in inglese Official Development Assistance, ODA) sono i contributi finanziari iscritti nel bilancio di Paesi come l’Italia e forniti ai governi dei Paesi in via di sviluppo o dalle organizzazioni internazionali per promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale in quei Paesi. Gli Aiuti pubblici allo sviluppo possono essere concessi sotto forma di donazioni o di prestiti a condizioni molto agevolate, e possono avere diverse finalità, come la riduzione della povertà, la promozione dei diritti umani, la protezione dell’ambiente, la prevenzione dei conflitti, il contrasto alle migrazioni irregolari.

La cooperazione allo sviluppo è considerata essenziale anche per mobilitare ulteriori flussi finanziari internazionali attraverso meccanismi innovativi. Ad esempio, oggi si parla molto di finanza mista e cosiddetta blending finance, cioè la combinazione di fondi pubblici e privati per finanziare progetti di sviluppo sociale ed economico nei Paesi in via di sviluppo.

L’obiettivo del blending finance è di sfruttare le risorse pubbliche per mobilizzare ulteriori investimenti privati, creando un effetto moltiplicatore e aumentando l’impatto degli aiuti allo sviluppo. Il blending finance può assumere diverse forme, come combinazione di fondi a dono e crediti, prestiti agevolati, garanzie, partecipazioni azionarie, fondi di investimento.

Il blending finance è considerato una forma innovativa di finanziamento allo sviluppo, che può contribuire a colmare il divario tra i bisogni di finanziamento e le risorse disponibili per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Tuttavia, il blending finance presenta anche delle sfide e dei rischi, come la trasparenza, la responsabilità, l’efficacia, la sostenibilità, l’addizionalità e l’allineamento con le priorità dei Paesi beneficiari.

I dati indicano che, a parte l’Europa orientale, l’effettiva capacità di mobilitare fondi privati con l’effetto leva dell’APS risulta ancora molto limitata se misurata come quota del prodotto interno lordo e non raggiungono lo 0,5% del PIL dei Paesi beneficiari, al di là di considerazioni sulla ‘qualità’ (efficacia e impatto) delle risorse così impiegate.

In Africa si registra, però, un incremento significativo negli ultimi anni. Se l’eterogeneità delle economie delle diverse regioni suggerisce cautela nelle generalizzazioni, complessivamente nei Paesi in via di sviluppo si può comunque rilevare che la presenza di ricche risorse ambientali tendono ad attrarre più IDE e in generale flussi finanziari internazionali privati ed è importante che ci sia un impegno di finanziatori pubblici, oltre che dei governi dei Paesi beneficiari e – ruolo molto importante – delle organizzazioni della società civile locale e internazionale, a vegliare che si tratti di finanza mista per mobilitare ulteriori finanziamenti per iniziative di sviluppo sostenibile. Una componente nono trascurabile di risorse del settore privato mobilitate con l’APS, tramite l’uso di garanzie, linee di credito e prestiti sindacati, va a sostegno dello sviluppo delle Piccole e medie imprese (PMI) e dell’inclusione finanziaria.