Malesia Opinioni Punti di vista

La mobilità accademica degli studenti queer malesi-cinesi verso Taiwan

Yu Ting-Fai

Andare all’estero per ricevere un’istruzione universitaria è stata a lungo una strategia di ascesa per gli studenti delle 60 scuole superiori cinesi indipendenti della Malesia, in parte imposta dal mancato riconoscimento delle loro qualifiche per l’ingresso nelle università pubbliche, secondo quanto previsto dalle politiche ‘malese-centriche’ del paese. Diversamente dalla maggior parte degli altri modelli di migrazione studentesca osservati in precedenza (ad esempio, dall’Asia verso l’Occidente), molti di questi studenti hanno frequentato l’università a Taiwan piuttosto che nelle tradizionali destinazioni degli studenti stranieri, come l’Australia o il Regno Unito. Questo è in gran parte dovuto all’accogliente politica di Taiwan in materia di istruzione nei confronti degli studenti cinesi (ovvero le basse tasse scolastiche) – un’eredità della Guerra Fredda praticata fin dagli anni ’50 (Wong 2016) – e anche a consolidate reti transnazionali di studenti e laureati cinesi-malesi.

Negli ultimi anni, inoltre, questi studenti hanno deciso in misura crescente di trasferirsi nella Cina continentale per gli studi universitari, in particolare in città metropolitane come Pechino e Shanghai, per il dinamismo del loro sviluppo economico e della loro presenza globale. Alcune importanti università cinesi, inoltre, sono state molto attive nel reclutamento di studenti cinesi-malesi; le loro strategie includono l’organizzazione di visite di una settimana nei campus universitari e l’offerta di borse di studio per gli studenti con i voti più alti.

Il mio ultimo articolo, “Migrazione queer nel mondo sinofono: mobilità accademica degli studenti queer cinesi-malesi verso Taiwan” (‘queer’ è un termine ombrello, che indica tutte le minoranze sessuali e di genere, Ndt), pubblicato nel Journal of Ethnic and Migration Studies, si basa sui recenti risultati di uno studio etnografico sulla mobilità accademica degli studenti cinesi-malesi verso Taiwan e la Cina continentale. La maggior parte delle ricerche disponibili ha studiato l’educazione in lingua cinese in Malesia da un punto di vista storico e politico (ad esempio Lee 2011; Santhiram e Tan 2017; Tan 1997); molti di questi studi si concentrano sull’esame della funzione delle scuole cinesi indipendenti nella salvaguardia della cultura cinese e della sua continuità (Chin 2001; Collins 2006; Tan e Teoh 2016). È interessante notare però che, nonostante la maggior parte degli attori della comunità accademica cinese sia composta di ex studenti di Taiwan o della Cina continentale (ad es. insegnanti o amministratori scolastici), si sa molto poco sul ruolo della mobilità studentesca nella (tras) formazione delle scuole cinesi indipendenti in luoghi in cui le identità cinesi transnazionali vengono riprodotte, reinventate e riconfigurate. La mia ricerca mira ad affrontare questo argomento e a sviluppare una nuova interpretazione del ruolo della Malesia sinofonica (ovvero quella parte della società malese che parla in lingua cinese) tra i cambiamenti della geopolitica del XXI secolo (ad esempio l’ascesa della Cina).

Al momento della stesura dell’articolo, avevo già condotto alcune ricerche sul campo in Malesia e Taiwan e intervistato studenti ed ex studenti a Taiwan. Sebbene il mio progetto non avesse uno specifico focus su genere o sessualità, non ho potuto fare a meno di notare l’importante presenza nel campione di partecipanti alla ricerca identificati come LGBT (Lgbt è una sigla usata per indicare collettivamente la comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender, Ntd). Alcuni, compresi alcuni attivisti queer, sono stati indirizzati a me da amici queer di Taiwan o malesi; di altri ho scoperto l’orientamento sessuale solo quando me ne hanno parlato direttamente durante il processo di ricerca. Mentre parlavo con un numero sempre maggiore di partecipanti alla ricerca che si identificavano come LGBT, mi convincevo che la diversificazione di orientamento sessuale del campione non fosse una coincidenza. Al contrario, sembrava in parte il risultato del desiderio di questi studenti di studiare e imparare da Taiwan, il cui progressivo sviluppo come democrazia liberale aveva dimostrato loro la compatibilità tra le due identità queer e cinese. Questo è il motivo per cui ho deciso di scrivere sulla dimensione queer di questo modello di migrazione studentesca.

Uno degli argomenti centrali che ho presentato nell’articolo evidenzia che Taiwan è stata determinante per lo sviluppo queer in Malesia. Ad esempio, molti partecipanti alla ricerca avevano partecipato a varie attività organizzate dalla Taiwan Tongzhi Hotline Association (Hotline d’ora in poi), un’importante organizzazione LGBT fondata nel 1998. Alcuni, adesso insegnanti o attivisti queer, hanno parlato a lungo di come Hotline avesse influenzato il loro approccio ai temi LGBT nell’insegnamento o nell’attivismo una volta rientrati in Malesia. La loro esperienza condivisa, a volte coincidente, mi ha portato a visitare l’ufficio di Hotline a Taipei, dove ho incontrato la coordinatrice del programma attraverso cui un buon numero di malesi nel corso degli anni ha ottenuto la possibilità di uno stage. Lei mi ha detto che è effettivamente una loro priorità ricevere stagisti da paesi in cui c’è ancora scarsa attenzione e sensibilità ai temi LGBT, in particolare studenti di lingua cinese dalla Cina o dalla Malesia, al fine di fornire loro le competenze per svolgere attività di advocacy una volta rientrati nei loro paesi d’origine.

Per me, questa è stata una scoperta significativa: nonostante Taiwan sia ampiamente considerata la capitale gay dell’Asia per lo stile di vita, raramente è stata considerata come un esportatore di tattiche di movimento in grado di influenzare l’attivismo queer a livello globale. Questa connessione queer Sud-Sud tra Taiwan e Malesia traccia una traiettoria atipica di “globalizzazione dal basso”, supportata da una particolare storia di migrazione studentesca.

Spero dunque che questo articolo non rappresenti solo un argomento per sostenere le potenzialità queer della migrazione studentesca nel mondo di lingua cinese, ma che possa avviare una discussione più generale sull’importanza di considerare la dimensione queer nella ricerca relativa alla mobilità studentesca.

Versione originale dell’articolo

Foto Credits: HaveA7WillTravel – National Taiwan University Main Library. Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0) attraverso Flickr