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La povertà in Nigeria: sfide e dimensione politica

Dauda Rasaki Stephen

La Nigeria è spesso descritta come il “gigante d’Africa”. Questa definizione può essere giusta, considerato che, con una popolazione di circa 191 milioni di persone che cresce approssimativamente del 2,6%, la Nigeria è il paese africano con il maggior numero di abitanti e il settimo paese più popoloso al mondo. Tuttavia, lo stato degli indicatori dello sviluppo, in particolare del tasso di povertà del paese, non è in linea con la descrizione del “gigante d’Africa”.

Nel giugno 2018, con una popolazione stimata di circa 86,9 milioni di persone (il 44,2% del totale) che vive in condizioni di povertà estrema, la Nigeria è stata dichiarata “la capitale” della povertà del mondo, avendo sorpassato l’India. Esattamente un anno dopo, nel giugno del 2019, la quota di persone in condizioni di povertà estrema è salita a 93,7 milioni (il 47,7% del totale), con un aumento di 6,8 milioni (pari al 3,5%) delle persone che vivono con meno di 1,90$ al giorno. Ciò non sorprende, visto che il trend della povertà è rimasto in crescita nel corso degli anni, vanificando ogni iniziativa politica messa in atto per combatterla.

Nel 1980, solo il 6,2% della popolazione della Nigeria viveva in condizioni di povertà assoluta. Questa percentuale è salita al 12,2% e al 13,9% rispettivamente nel 1985 e nel 1992, ha raggiunto il 29,3% nel 1996 ed è poi declinata al 22% nel 2004; ma è poi tornata a crescere fino al 31% nel 2010. Inoltre, l’attuale indice di povertà multidimensionale del paese è all’incirca dello 0,29 su 1,00, con il 52% di “poveri multidimensionali”, mentre la media dell’indice di deprivazione materiale è del 56,7%. Questi dati variano a seconda delle regioni, delle zone geopolitiche e delle aree, con le regioni del nord che hanno il più alto tasso di povertà.

La situazione pone diverse e difficili sfide alla nazione, che recentemente ha affrontato una recessione da cui sta ancora lottando per uscire. Alcune persone non possono permettersi più di un pasto al giorno mentre altre si nutrono dai cassonetti dell’immondizia e vivono nelle baracche. L’alto tasso di povertà del paese ha portato all’aumento dell’insicurezza e del numero e delle tipologie dei crimini commessi: attualmente si registrano rapimenti, uccisioni rituali, rapine a mano armata, truffe postali note proprio come “truffe alla nigeriana”, frodi via internet dette “yahoyaho”, un aumento della fame e del tasso di suicidi, mentre un grande numero di cittadini emigra verso i paesi dell’Europa, l’America e il Sud Africa.

Questi elementi dovrebbero preoccupare non solo le autorità del paese a tutti i livelli ma anche la comunità internazionale, visto che la povertà in qualsiasi parte del mondo è una minaccia alla pace, alla sicurezza, alla stabilità e al progresso globale. Attualmente, un esercito di persone migra verso l’Europa e gli Stati Uniti dai paesi in via di sviluppo di tutto il mondo per sottrarsi alla piaga della povertà, per ragioni di sopravvivenza e perché molti hanno perso la speranza nei propri paesi. Di conseguenza, gli stati che ospitano questi migranti, specialmente quelli illegali, pur ricavandone alcuni benefici economici si trovano ad affrontare problemi in termini di sicurezza, aumento della criminalità, restrizione delle risorse, crescita della disoccupazione, intensificazione di attacchi terroristici, incremento della popolazione e cambiamento della sua composizione (per età, sesso, etnia, colore, nazionalità ecc.) e altre questioni analoghe.

Misure politiche per risolvere la crescente povertà in Nigeria

Non si può dire che il governo nigeriano non stia facendo niente per risolvere la situazione. In effetti, le autorità a livello locale, statale e nazionale hanno, in diversi momenti, messo in campo politiche per affrontare le sfide dello sviluppo, compresa la povertà; ciononostante, la maggioranza dei programmi non ha portato ai risultati sperati. Perciò, invece di diminuire, la povertà continua a crescere.
Tra le misure messe in campo ricordiamo:

I Programmi per lo sviluppo dell’agricoltura (Agricultural Development Programmes, ADP), il Piano per l’accesso al credito nel settore agricolo (Agricultural Credit Guarantee Scheme, ACGS), il Programma per l’elettrificazione delle zone rurali (Rural Electrification Scheme, RES), il Programma bancario per le zone rurali (Rural Banking Programme, RBP), l’Operazione Feed the Nation (OFN), il piano per la Formazione primaria obbligatoria e gratuita (Free and Compulsory Primary Education, FCPE), la Rivoluzione verde (Green Revolution), il Piano per le abitazioni a basso costo (Low Cost Housing Scheme), il Programma di aggiustamento strutturale (Structural Adjustment Programme, SAP), la creazione delle Banche popolari (Peoples Bank, PB) e delle Banche comunitarie (Community Banks, CB), l’Autorità per le strade del cibo e le infrastrutture rurali (Directorate of Food Roads and Rural Infrastructure, DFFRI); l’Autorità nigeriana per lo sviluppo dei terreni agricoli (Nigerian Agricultural Land Development Authority, NALDA); il Programma per il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie (Family Economic Advancement Programme, FEAP); il piano “Vita migliore per le donne delle zone rurali” (Better Life for Rural Women, BLRW), il Programma di sostegno alla famiglia (Family Support Programme, FSP); l’Autorità nazionale per l’occupazione (National Directorate of Employment, NDE); il Fondo fiduciario speciale per il petrolio (Petroleum Special Trust Fund, PTF); il Programma nazionale per l’eliminazione della povertà (National Poverty Eradication Programme, NAPEP); la Strategia per lo sviluppo e l’emancipazione economica nazionale (National Economic Empowerment and Development Strategy, NEEDS); l’Agenda Seven Point (Seven Point Agenda, SPA); il Nigeria Vision 20:2020, il N-Power e il Trader-moni.

Perché le iniziative politiche non sono riuscite ad alleviare la povertà in Nigeria

Le iniziative politiche illustrate sopra, per quanto alcune siano eccellenti, per una serie di ragioni non sono riuscite a ridurre l’alto (e crescente) tasso di povertà in Nigeria. Per esempio, alcuni provvedimenti sono stati importati da altri contesti senza tenere in considerazione la natura peculiare della società e dell’ambiente politico nigeriani. Così, i programmi hanno incontrato molti ostacoli; alcuni sono ormai moribondi mentre altri hanno ottenuto risultati al di sotto delle aspettative. Inoltre, alcune misure sono state sostituite con nuovi provvedimenti e altre esistono solo sulla carta.
Tra gli ostacoli al successo delle politiche di contrasto alla povertà c’è la corruzione, uno dei problemi principali dell’economia nigeriana, che può assumere la forma della diversione dei fondi dai programmi pubblici per scopi privati, far lievitare i costi dei contratti e quindi la spesa pubblica, oppure far sì che le nomine dei responsabili dei progetti siano effettuate in base all’etnia, alla provenienza regionale, a motivi politici ecc., senza verificare la competenza o meno dei candidati; ancora, gli avvicendamenti politici fanno sì che i governi in carica buttino a mare i programmi dei governi precedenti e ne introducano di nuovi per poter accedere alla gestione dei fondi. Gli scarsi finanziamenti sono un altro problema alla base del fallimento delle politiche per alleviare la povertà nel paese. In molti casi, non tutti i fondi stanziati in bilancio per l’implementazione dei programmi vengono effettivamente impegnati, mettendo in difficoltà le persone incaricate della loro gestione. Un altro fattore che pesa molto negativamente è che non tutte le parti interessate sono coinvolte nella pianificazione e implementazione dei provvedimenti. Infine, la (scarsa) volontà politica e il poco impegno per la realizzazione dei programmi possono comprometterne l’esito.
Tra gli altri fattori che alimentano il tasso di povertà in Nigeria c’è l’alto tasso di disoccupazione, che ha assunto una dimensione spaventosa. Nel 2018, circa il 29.7% dei giovani tra i 15 e i 35 anni era disoccupato, mentre se si sommano i tassi di disoccupazione e sottoccupazione nello stesso gruppo d’età si arriva al 55.4%. A questo si aggiungono le grandi disuguaglianze di reddito; le caratteristiche della spesa pubblica per i servizi sociali, di cui non necessariamente beneficiano i poveri; la scarsa qualità della governance a causa dell’incompetenza della leadership e della ricerca del potere per interessi privati; l’eccessiva dipendenza dal petrolio, che non ha futuro, a discapito degli altri settori; una trasformazione strutturale inadeguata; il degrado ambientale e l’alto tasso di crescita della popolazione. Questi sono alcuni dei principali problemi che contribuiscono all’aumento della povertà e che spiegano perché le iniziative destinate a combatterla sono sostanzialmente fallite.

La via d’uscita

La via d’uscita è quella di affrontare la minaccia da diverse angolature, usando approcci multidimensionali, con la comunità internazionale che svolge un ruolo non passivo ma attivo, del resto necessario perché sta già pagando lo scotto di tutto questo.
Alcune delle misure politiche indispensabili per controllare e alleviare la povertà in Nigeria sono evidenti. La prima è l’empowerment dei poveri, possibile attraverso il giusto tipo di formazione. L’istruzione è una grande arma per combattere la minaccia della povertà. Inoltre, lo sviluppo delle competenze e delle capacità imprenditoriali è essenziale se si vuole eliminare la povertà dal paese. I giovani con spirito imprenditoriale dovrebbero essere sostenuti attraverso prestiti agevolati, sponsorizzati e incoraggiati a sviluppare le loro idee, con uno sforzo parallelo per pubblicizzare loro e il loro lavoro.
Un’altra strategia politica è quella di creare posti di lavoro, sia direttamente ad opera delle autorità pubbliche a tutti i livelli che indirettamente. La creazione indiretta di occupazione deriva anche da politiche mirate a creare un ambiente attraente per gli investitori e a permettere alle imprese di crescere. Attualmente, in Nigeria le aziende stanno chiudendo e de-localizzando nei paesi limitrofi a causa dell’ambiente sfavorevole alle imprese.
Inoltre, la nostra economia ha urgente bisogno di diversificazione e di superare la dipendenza dal petrolio, che non è più “di moda” e non ha più futuro. Molto presto la domanda di petrolio si ridurrà perché le nazioni stanno già sviluppando alternative: basti pensare al boom delle macchine elettriche. Questo è il momento per diversificare attivamente ed efficacemente l’economia.
Inoltre, bisogna fare uno sforzo per ridurre drasticamente le differenze di reddito e di genere nel paese, che sono molto ampie e continuano ad alimentare la povertà. Finché non saranno adottati provvedimenti radicali su questi terreni, il livello di povertà continuerà a crescere.
Bisogna fare uno sforzo anche perché la crescita economica abbia una ricaduta positiva sui poveri. Per farlo, occorre sviluppare i settori che forniscono occupazione ai poveri mentre si deve sviluppare una rete di sicurezza sociale per gli elementi più vulnerabili della società.
La nazione necessita anche di sviluppare le infrastrutture, che versano in uno stato miserando. La situazione dell’approvvigionamento elettrico in Nigeria è preoccupante, con una media di 3,851 Megawatts (Mw) per una popolazione di circa 191 milioni di persone, mentre in Sud Africa, ad esempio, è di 51,309 Mw in media per una popolazione di circa 57 milioni di persone.
Il governo deve nominare tecnici che gestiscano l’economia garantendo un impegno genuino alla lotta alla corruzione a tutti i livelli. Vanno ridotti i costi della politica e della pubblica amministrazione e le risorse così liberate vanno utilizzate per finanziare progetti e infrastrutture di cui beneficino i poveri e che trasformino l’economia. Si devono introdurre politiche di controllo della crescita della popolazione e vanno incrementati gli investimenti in attività di sviluppo del capitale umano. Infine, è necessario incoraggiare e sviluppare le piccole e medie imprese mentre il settore informale non dovrebbe essere attaccato ma incoraggiato e sviluppato.

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