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La Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite

Obiettivi e partecipazione alla COP26

Redazione - Miani Vanessa

La Conferenza delle Parti (COP) della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) è il vertice più importante sulle questioni relative al cambiamento climatico e riunisce annualmente i leader della quasi totalità delle nazioni del mondo. La COP è stata istituita a partire dal 1992, anno in cui si tenne la Conferenza sull’ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro, durante la quale venne affrontato per la prima volta il cambiamento climatico come una priorità comune globale.

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Nel quadro dell’attuazione dell’Accordo di Parigi, la presidenza inglese della COP26 ha individuato quattro obiettivi primari per guidare i negoziati. Ma sono stati effettivamente raggiunti?

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Quali sono le Parti della Conferenza?

Sono chiamate Parti i Paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota anche come Accordi di Rio, che sono 198 più l’Unione Europea. Ogni Paese invia una delegazione, per la cui composizione non è posto un limite numerico: nella COP26, il Brasile ha inviato il maggior numero di delegati, mentre altri Paesi non ne hanno inviato alcuno – ad esempio Afghanistan, Myanmar ma anche l’arcipelago di Kiribati e le isole di Samoa e Vanuatu per motivi logistici. 

Il numero totale dei delegati è stato pari a 21.688 persone. Accanto alle Parti, vi sono gli Osservatori, che formalmente non hanno ruolo nelle negoziazioni, ma garantiscono un livello di trasparenza e di revisione maggiore.

Vi sono tre gruppi di Osservatori: le Agenzie specializzate dell’ONU, le organizzazioni internazionali (OCSE, OPEC…), e le organizzazioni non-governative. Queste ultime, possono essere suddivise in ulteriori nove categorie a seconda del settore di competenza: ambientali, del settore business e industriale, della comunità scientifica, della gioventù, dei sindacati, delle popolazioni indigene, dei diritti di genere, dei contadini/agricoltori e delle autorità locali. Complessivamente, la COP26 ha registrato 38.457 partecipanti, rendendola il più ampio summit sul clima.

Numero totale di Organizzazioni non governative (ONG) e Organizzazioni intergovernative (OIG) ammesse alle Conferenze sul clima

La COP 26 è stata presentata come uno dei vertici più inclusivi fino ad ora, accogliendo un ampio spettro di organizzazioni della società civile. In realtà, nonostante il numero, molti rappresentanti di associazioni sulla protezione ambientale, sui diritti delle popolazioni indigene, nonché rappresentanti della comunità scientifica e accademica sono stati esclusi dalla partecipazione alle negoziazioni più cruciali. Tale estromissione ha danneggiato la credibilità della COP26, accusata di aver escluso la voce critica di alcune delle categorie più colpite dagli effetti del cambiamento climatico. 

Quanto ai risultati ottenuti dall’accordo di Glasgow, l’idea generale è che l’impatto della COP26 non ha prodotto il cambiamento aspettato. I pareri si dividono tra più critici e più concilianti: alcuni sono riportati nell’infografica di seguito. Tra le associazioni menzionate, anche l’Alleanza dei piccoli stati insulari (Alliance of Small Island States – AOSIS), il Centro internazionale per il cambiamento climatico e lo sviluppo (International Centre for Climate Change and Development – ICCCAD) e l’Agenzia per la cooperazione internazionale per lo sviluppo e la solidarietà (Coopération Internationale pour le Développement et la Solidarité – CIDSE).

Clicca sui fumetti per scoprire le dichiarazioni dei rappresentanti delle principali organizzazioni della società civile e della comunità scientifica.

Foto Credits: Number 10Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0), attraverso Flickr