Marocco Opinioni

Ripensare le politiche dell’istruzione in Marocco

I limiti del programma Tayssir e l’importanza del coinvolgimento dei genitori

Ikira Marouane

Prima di strutturare qualsiasi politica volta a combattere la dispersione e l’abbandono scolastico, è importante capire quali sono i fattori che influenzano tali fenomeni.

Oltre a pensare all’offerta scolastica (costruzione di scuole, reclutamento di insegnanti per poter ridurre il numero di alunni per classe, ecc.) bisogna riflettere sul fatto che, come dimostrato dagli studi in materia, le performance – anche quelle negative – degli alunni si possono spiegare in relazione a fattori posti a latere della domanda d’istruzione.

Tra questi una prima categoria riguarda caratteristiche personali come l’età, le capacità intellettuali e il genere. Per alcuni genitori le aspettative sul rendimento scolastico per le figlie femmine sono minori, a paragone di quelle per i figli maschi. Essi quindi si orientano su altre priorità, come ad esempio un matrimonio precoce per le figlie, e questo compromette la motivazione delle ragazze. Una seconda categoria di fattori riguarda la situazione socioeconomica delle famiglie (livello di benessere, livello di istruzione dei genitori, ecc.). Alcune famiglie povere si vedono costrette a spingere i figli a lavorare per farli contribuire al reddito familiare, mentre per contro i genitori istruiti sono più coscienti dei vantaggi derivanti dall’istruzione, e quindi faranno degli sforzi perché i figli proseguano negli studi con successo.

In Marocco l’attuazione del programma Tayssir ha come obiettivo il sostegno delle famiglie appartenenti alle fasce povere, tramite la concessione di sovvenzioni per incoraggiarle a far proseguire gli studi ai loro figli. I contributi mensili mirano ad aiutare i genitori a investire di più nella scolarizzazione (acquisto di libri e di materiale scolastico). Inoltre le sovvenzioni ricevute dovrebbero ridurre la tentazione, da parte dei genitori, di far lavorare i figli e questi ultimi disporranno quindi di più tempo da dedicare allo studio.

Il programma Tayssir ha effettivamente ridotto l’abbandono scolastico, a livello generale. Ma se guardiamo alle famiglie povere il risultato appare meno significativo. Inoltre l’aumento del tasso di presenza da parte degli alunni non è stato accompagnato da un miglioramento della loro performance scolastica.

Gli studi in materia suggeriscono che i sostegni finanziari non sono sufficienti, e che bisogna escogitare altre politiche complementari, per far sì che il sistema scolastico riesca a mantenere un buon livello di partecipazione degli studenti e al tempo stesso trasmettere loro le conoscenze necessarie.

A tal fine è importante capire il ruolo di altri fattori che influenzano la performance scolastica. È dimostrato che lo scarso coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica dei figli costituisce uno dei parametri sui quali bisognerebbe agire per rifondare il nostro sistema d’istruzione.

I test internazionali per la valutazione delle conoscenze acquisite dagli studenti permettono di chiarire meglio il ruolo del coinvolgimento parentale nel successo scolastico dei figli. L’edizione 2015 dei risultati dei test TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study) ha mostrato che il Marocco è classificato tra i paesi meno performanti, a livello del quarto anno dell’istruzione primaria.

I migliori risultati vengono conseguiti dagli scolari dei paesi asiatici. Gli alunni di quei paesi raggiungono un punteggio medio superiore a 550 nelle due prove di valutazione. La maggioranza dei paesi industrializzati (come Gran Bretagna o Stati Uniti) si posizionano subito al di sotto di questa soglia, ed un terzo gruppo raccoglie i paesi che registrano un punteggio inferiore alla media internazionale (500 punti) ma superiore ai 400 punti. Tale gruppo comprende la maggior parte dei paesi MENA (Medio Oriente e Nord Africa), come Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Turchia, Iran, Qatar e Oman.

In fondo alla classifica ci sono i paesi con punteggio inferiore a 400, come Indonesia, Arabia Saudita, Marocco e Kuwait.

Analizzando le ragioni della scarsa performance degli scolari in Marocco emerge il fatto che i loro genitori risultano meno coinvolti nella vita scolastica dei figli.

Solo il 52% dei genitori marocchini domandano quotidianamente se i loro figli hanno fatto i compiti. Questa percentuale è bassa, se la si paragona a quelle di paesi con risultati migliori, come il Kazakhstan (91%), la Turchia (83,2%) e gli Emirati Arabi Uniti (73,3%).

Inoltre in Marocco i genitori fanno registrare la percentuale più bassa per quanto riguarda l’aiuto quotidiano negli studi ai loro figli (meno del 35,5%). Un dato che sale invece al 70,2% in Kazakhstan, al 58,3% in Bahrein e al 54% negli Emirati Arabi Uniti.

Un altro indicatore che rivela scarso coinvolgimento è la verifica dei compiti scolastici dei figli. Solo il 37,3% dei genitori marocchini lo fa ogni giorno, contro il 78,5% in Kazakhstan, il 62% in Bahrein e il 59% negli EAU.

Anche il coinvolgimento precoce dei genitori va considerato come uno dei fattori che contribuiscono al successo scolastico. Solo il 13% dei genitori marocchini dichiara di aver intrapreso attività di alfabetizzazione o di calcolo (cantare l’alfabeto, fare filastrocche, giochi di parole, ecc.) con i figli prima dell’inizio della frequenza della scuola primaria. La percentuale arriva invece al 66% in Kazakhstan, al 40% in Bahrein e al 38% negli EAU.

Il fattore del “coinvolgimento parentale” va quindi preso in considerazione, nella formulazione delle politiche di contrasto all’abbandono scolastico. Tutto ruota intorno al miglioramento del coinvolgimento dei genitori, in particolare di quelli più poveri. Anche perché mentre i genitori più istruiti possono scegliere se essere coinvolti o meno, la questione è molto più difficile per i genitori meno istruiti, data la loro minore capacità di seguire i figli nel percorso scolastico.

Inoltre aumentare il coinvolgimento dei genitori consentirebbe di raggiungere contemporaneamente due obiettivi: migliorare i risultati degli alunni (obiettivo educativo qualitativo), con un effetto positivo anche sulla qualità del loro inserimento nel mondo del lavoro da adulti, e contribuire alla riduzione dell’abbandono scolastico (obiettivo educativo quantitativo) con riferimento ai ragazzi che lasciano la scuola per mancanza di supporto familiare.

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Jean-François Gornet  Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0), attraverso  Flickr https://www.flickr.com/photos/jfgornet/3219035165