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Report sulla tracciabilità del virus: Analisi dei giornali cinesi

Dente Ylenia

Il report, voluto e pubblicato il 30 marzo 2021 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, presenta i dati riscontrati in Cina e le possibili ipotesi riguardo l’origine del Covid-19. Secondo le stesse parole del Direttore Generale dell’OMS, si continua a parlare di ipotesi poiché al momento non vi sono certezze. Ciò che sembra essere stato appurato è che il virus abbia avuto origine animale e quindi ci sia stato un contatto tra uomo e animale, sebbene questo fosse già considerato altamente probabile poiché la maggior parte delle malattie legate ai virus segue questo iter: ma non si è stati in grado di definire con certezza la specie animale di partenza o la presenza di un passaggio intermedio.

Naturalmente questo report, così come qualsiasi informazione riguardante il virus, è stato pubblicato da tutti i media, sia occidentali che orientali, ma è interessante notare il modo in cui è stata trattata la missione di studio, e il relativo report, sui giornali cinesi. Una premessa necessaria, prima di addentrarsi in questa piccola analisi, è sottolineare il diverso modo di intendere il giornalismo in Cina. Una caratteristica riscontrata nella ricerca degli articoli in lingua cinese, navigando anche all’interno dei database di diverse testate giornalistiche, è l’omogeneità delle notizie e del modo in cui esse vengono pubblicate. Storicamente, nella Repubblica Popolare Cinese vi è un maggiore controllo sulla pubblicazione finalizzata a mantenere la stabilità all’interno del paese. È inevitabile che si venga a creare un modello di giornalismo con caratteristiche cinesi, che non vieta totalmente la pubblicazione delle notizie, ma promuove attraverso i suoi articoli una storia ben definita e stabilita. Quello che possiamo trovarci davanti, nella ricerca di un’informazione o di una notizia in particolare, è la sua versione accettata dal governo. Negli ultimi anni si è diffusa la notizia circa l’esistenza dei “gruppi di scrittura” formati da persone, assunte dal governo, che scrivono articoli utilizzando pseudonimi. L’articolo risulta scritto da una singola persona, ma in realtà dietro vi è un piccolo gruppo che ha lavorato insieme per la creazione del testo secondo canoni e richieste specifiche. Questi vengono poi diffusi in modo capillare attraverso i diversi giornali cinesi e in particolare dal Quotidiano del Popolo; è inevitabile, quindi, che si ritrovino gli stessi articoli scritti con le stesse identiche parole ma firmati da “giornalisti” diversi.

Una seconda precisazione necessaria riguarda il clima di tensione in cui questi articoli sono stati scritti. È stato un anno particolare, in cui tutti i paesi sono stati messi alla prova e alcuni ancora non riescono a superare la crisi. Nel 2020 lo scontro riguardo al virus tra la Repubblica Popolare Cinese e diversi paesi, in particolare gli Stati Uniti, si è molto combattuto anche sui giornali. Le controversie riguardanti il Covid-19 sono state utilizzate dai diversi paesi per promuovere interessi di parte nelle relazioni internazionali. Se da una parte gli articoli, soprattutto occidentali, hanno attaccato la Cina per i ritardi o i tentativi di ostacolare la missione dell’OMS, dall’altra anche la RPC ha utilizzato i media per raccontare la sua versione della storia, così da rendere più favorevole l’opinione pubblica cinese e internazionale. I giornalisti cinesi hanno usato questa strategia per sottolineare due aspetti.

Il primo è la grande capacità del governo cinese di prendere il controllo della situazione, il suo attivarsi immediatamente per riuscire a limitare i contagi, il riportare il paese alla situazione antecedente il virus e il desiderio di cooperazione scientifica per ottenere informazioni che aiuteranno, in futuro, ad evitare che situazioni del genere possano accadere di nuovo. In realtà, durante tutta l’epidemia in Cina i media locali hanno mantenuto e trasmesso un’opinione positiva dell’operato del governo. E ai loro occhi tale giudizio può sicuramente essere considerato vero vista la velocità con cui sono riusciti ad uscire dalla crisi sanitaria. La possibilità di imporre una chiusura totale della regione e controllare gli spostamenti delle persone ha aiutato a sconfiggere il virus.

Il secondo aspetto è l’aver sempre sottolineato l’importanza del report dell’OMS, il suo scopo e come questo possa essere considerato un grande passo avanti, una vittoria. È stato necessario per il governo cinese, e soprattutto il Partito Comunista Cinese, cercare di dare un’immagine di sé positiva, proattiva, collaborativa e decisa. Durante i primi mesi di epidemia, le critiche nei confronti del governo e sul modo in cui si era malamente condotta la lotta al virus circolavano non solo all’estero, ma anche all’interno del paese. Tutti i mezzi di comunicazione sono stati utilizzati dal governo per migliorare l’opinione pubblica nei confronti del proprio operato; dai giornali alla radio, dalla tv ai social. Hanno disseminato messaggi strategicamente costruiti per assicurare il persistere nel mondo dell’idea di “potere” della Cina, che poi rappresenta uno degli scopi finali più importanti del soft power cinese.

Guardando ai numerosi articoli pubblicati dai media cinesi, l’elemento che li accomuna tutti è sicuramente l’importanza data al tema descritto. L’importanza stessa di questo report, e le speranze che molti riponevano nel gruppo di esperti, si percepisce in ogni singolo articolo. Uno studio, o indagine come alcuni lo chiamano, è fondamentale per comprendere l’origine e prevenire future epidemie. Nell’analisi degli articoli in cinese è possibile notare una differenza nel fine della pubblicazione, che ha permesso la divisione in fasce. Un primo gruppo ha raccontato la notizia sottolineando il lavoro svolto dalla Cina, un secondo gruppo ha riportato le informazioni in modo neutrale e un terzo gruppo, infine, ha preferito usare la notizia per rispondere agli attacchi dei giornali internazionali. La maggior parte degli articoli cinesi ha usato, però, un linguaggio positivo sia in relazione al lavoro svolto dalla Cina, sia in relazione al report e agli esperti internazionali. Troviamo diverse coppie di parole positive, traducibili in “attivarsi velocemente”, “proattivamente”, “risultati notevoli”, “lavoro sodo”, “atteggiamento aperto, trasparente e responsabile”. Tutte utilizzate per indicare il lavoro svolto dal gruppo o durante la pandemia. Vi sono intere frasi (tradotte da chi scrive) in cui si celebra il senso di cooperazione della Cina e si invitano gli altri paesi a fare altrettanto:

“I paesi interessati hanno la responsabilità e l’obbligo, come è stato per la Cina, di avere un atteggiamento aperto e trasparente e uno spirito scientifico… solo così l’umanità potrà tracciare una mappa della diffusione del virus completa, oggettiva e scientifica”.

“la Cina è stata un modello per la promozione della cooperazione internazionale sulla tracciabilità del virus e ha contribuito positivamente alla cooperazione globale contro la pandemia.”

Anche negli articoli più neutrali troviamo parole quali “risultati importanti”, “lavoro comune”, “cooperazione” che raccontano i fatti, così come sono conosciuti al momento, senza esaltare o criticare. Vi sono infine articoli che, sfruttando la pubblicazione del report, hanno deciso di attaccare i diversi paesi occidentali e difendere l’operato cinese; questi presentano parole forti e dirette quali “teorici della cospirazione”, “gioco di colpe”. Alcuni esempi di frasi che possiamo trovare in questo caso sono:

“I politici e media occidentali e americani che hanno inventato questa teoria resteranno delusi”.

“La teoria sulla cosiddetta ostruzione dello studio sul virus è completamente priva di senso”

“…lasciate che la scienza dipenda dalla scienza, che i professionisti facciano cose da professionisti- questo è l’atteggiamento che gli uomini dovrebbero avere nel combattere l’epidemia”.

La scelta delle parole, in particolare nella creazione di un testo scritto, implica un’attenta riflessione per inviare un segnale. È quindi naturale che leggendo un articolo ricco di parole positive, il lettore senta una maggiore speranza e veda la situazione attraverso delle lenti positive. Al contrario, sebbene si possa cercare di distaccarsi da un testo letto, trovare un articolo ricco di parole negative o che mettono in risalto gli errori, le mancanze, non può che influenzare la nostra mente ad avere una visione negativa del tutto. Un esempio ancora più importante e significativo è, in riferimento alla missione e al report dell’OMS, l’uso del termine “studio” che si trova negli articoli cinesi rispetto al termine “indagine/inchiesta” preferito in occidente. Lo studio è inteso come qualcosa di positivo, che ha lo scopo di ampliare le conoscenze trovando nuove soluzioni, teoriche o pratiche che siano. Il senso trasmesso da questa parola è positivo, legato all’apprendimento per migliorare qualcosa e incarna perfettamente quanto è stato fatto a Wuhan durante quelle quattro settimane. Tutto ciò sarebbe venuto meno se avessero deciso di usare la parola “indagine” come invece è accaduto in molti giornali occidentali. In questo caso, vi sarebbe stato un senso in parte negativo poiché siamo abituati a sentire la parola in contesti legati alle forze dell’ordine, ai tribunali o al crimine, in generale con l’obiettivo di chiarire qualcosa che forse è volutamente occultata. Inevitabile pensare che un’inchiesta venga fatta contro “qualcuno” considerato colpevole di qualcosa.

Articoli di questo genere hanno sicuramente aiutato a creare, nell’immaginario comune internazionale, la figura del governo cinese come entità di cui, perlomeno, diffidare. Così facendo però, hanno creato anche una sfiducia nei confronti del report dell’OMS e di quanto dichiarato. Attraverso una narrazione negativa degli eventi e dei risultati, si rischia che il pubblico dei lettori non si fidi degli esperti internazionali che hanno competenze professionali per trattare con rigore questi argomenti. Nella Repubblica Popolare Cinese tutto questo invece non si è venuto a creare; la fiducia nei confronti del lavoro svolto dall’OMS si percepisce in ogni articolo la cui narrazione cerca di essere positiva e ricca di speranze per il futuro, così da permettere all’uomo di superare la difficoltà del momento ed essere più preparato per il futuro.